COME VI AVEVAMO ANTICIPATO E'
CONFERMATO INTERAMENTE L' "ATTACCO" ALLA LIBERTA'
PROFESSIONALE DI OGNI SINGOLO PROFESSIONISTA DA PARTE
DEL CNF E DI ASSOCIAZIONI FORENSI - PIU' O MENO
RAPPRESENTATIVE - (OUA, UCPI, AIGA, CAMERE CIVILI)
Dopo che l'anno scorso è stata
varata la tanto contestata formazione coattiva a spese
della base degli avvocati (che tanto ci costa in termini
di danaro e di perdita di tempo), IL PROVVEDIMENTO DI
PROSSIMA APPROVAZIONE CONTRO LA BASE DEGLI AVVOCATI
DOVREBBE PREVEDERE :
- INTRODUZIONE ESAME
OBBLIGATORIO PER DIVENTARE CASSAZIONISTI (NON BASTERÀ PIÙ
COME ORA IL SEMPLICE DECORSO DI UN NUMERO DI ANNI PER
ISCRIVERSI AUTOMATICAMENTE AL RELATIVO ALBO) (Art 20
riforma)
- CONFERMATA LA FORMAZIONE COATTIVA PREVEDIBILMENTE ANCORA
PIÙ PESANTE DELL'ATTUALE SOTTO TUTTI I PROFILI (art 10
riforma )
-VERRÀ CANCELLATO (CON UNA NORMA EVIDENTEMENTE
INCOSTITUZIONALE) DALL'ALBO DEGLI AVVOCATI CHI NON
RAGGIUNGERA' UN LIMITE MINIMO DI REDDITO PROFESSIONALE
DECISO DAGLI ORDINI E/O CHI NON VERRA' DAGLI ORDINI
RITENUTO ESERCITANTE LA PROFESSIONE IN MODO CONTINUATIVO (
testualmente anche "l'ordine ....compie le verifiche
necessarie anche mediante richiesta di informazione agli
uffici finanziari" ) (Art 19 riforma)
-ASSICURAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA PER RESTARE ISCRITTO
NELL'ALBO DEGLI AVVOCATI (Art 11 riforma ); (ALTRE SPESE
PREVEDIBILMENTE DI ALCUNE MIGLIAIA DI EURO) GLI AVVOCATI
DIVENTERANNO ANCHE FACILI BERSAGLI DELLE CONTINUE AZIONI
LEGALI PER RESPONSABILITA' PROFESSIONALI DA PARTE DEI
CITTADINI (COME STA AVVENENDO CON I MEDICI DA QUANDO E'
ENTRATA IN VIGORE L'ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA);CIO'
PRODURRA' ANCHE PERICOLOSI DISSIDI TRA COLLEGHI CHE
ASSISTERANNO CLIENTI CHE AGIRANNO PER ASSERITA
RESPONSABILITA' PROFESSIONALE DI ALTRI AVVOCATI
- SICURE SPESE E PERDITE DI
TEMPO ULTERIORI PER I NUOVI CORSI (ALMENO 400 ORE!) ED
ESAME FINALE FUNZIONALI AD AVERE LE SPECIALIZZAZIONI
NECESSARIE PER I VARI RAMI DEL DIRITTO (penale,
civile,amministrativo etc) - (Art 8 riforma "Le scuole e i
corsi di alta formazione per il conseguimento del titolo
di specialista non potranno avere durata inferiore a due
anni per un totale di almeno 400 ore di formazione
complessive. All’esito della frequenza l’avvocato dovrà
sostenere un esame di specializzazione" ); PRIMO PASSO
PERCHE' NEL PROSSIMO FUTURO ,PER ESERCITARE NEI VARI RAMI
DEL DIRITTO, CI SI DOVRA' MAGARI ISCRIVERE A DIFFERENTI
ALBI SPECIALISTICI (CON EVIDENTE MOLTIPLICAZIONE DI SPESE
PER LE TASSE ANNUALI AGLI ORDINI )
PS:
- Ricordiamo ai Colleghi che il CNF (il cui vertice
soprattutto vuole fortissimamente questa riforma) è
composto per legge SOLO da avvocati già cassazionisti,
quindi assai presumibilmente diventati tali a mezzo del
mero decorso dell'anzianità professionale in ossequio alla
disciplina vigente )
- Ricordiamo che il CNF , unico caso tra gli omologhi
organismi europei, non ha alcuna donna tra i suoi 26
componenti vedi
http://www.unionegiovaniavvocati.it/viewtopic.php?f=21&t=19&st=0&sk=t&sd=a&hilit=turchia ed
anche in questa riforma non si è pensato a dare spazio
anche alle donne avvocato.
- Ricordiamo che le associazioni nazionali, più o meno
rappresentative, che hanno condiviso la "riforma killer"
del CNF contro la base della classe forense hanno tutti
come presidenti avvocati con più di dodici anni di
anzianità professionale già bastevoli per l'iscrizione
nell'albo dei cassazionisti
Sono già partiti migliaia di fax
dai Colleghi di tutta Italia, ma è necessario implementare
ancora di più la protesta anche con l'aiuto ,se possibile,
di questo gruppo.Vi invitiamo quindi ,non solo ad inviare,
ma anche a sollecitare , non solo ovviamente gli altri
Colleghi , ma anche i Vostri familiari, parenti, amici,
conoscenti a solidarizzare con la nostra protesta e quindi
ad inviare quanti più fax possibili
Inviare e far inviare in primo
luogo i fax di protesta al numero 06 /6783838 (uno dei fax
diretti del Presidente del Consiglio On. Silvio
Berlusconi).
In aggiunta è possibile inviare
i fax allo 06.68897951 (uno dei fax del Ministro della
Giustizia On. Angelino Alfano)
Tutti fax con questo oggetto ed
eguale contenuto
Oggetto :Avvocati contro la
riforma forense
Alla C.A. Ill.mo Presidente del
Consiglio On. Silvio Berlusconi
(Preg.mo Ministro della
Giustizia On. Angelino Alfano)
Contenuto: Con il presente fax
esprimo la mia più totale avversione per qualunque riforma
della professione di avvocato
Distinti Saluti
Avv.
.....nome e cognome.......
-------------------------------------------------------------------
In aggiunta ai fax di cui sopra inviare e far inviare un
fax al numero 06 67063660 (Commissione Giustizia del
Senato) ed al numero 06 6795350 (Commissione Giustizia
della Camera)
con questo oggetto ed eguale
contenuto
Oggetto :Avvocati contro la
riforma forense
Alla C.A. Ill.mi Componenti
Commissione Giustizia
Contenuto: Con il presente fax
esprimo la mia più totale avversione per qualunque riforma
forense
Distinti Saluti
Avv......nome e cognome.......
------------------------------------------------------------
DIFFONDETE
LA PROTESTA NAZIONALE OVE POSSIBILE
BASTA
TASSE AGLI ORDINI, BASTA ULTERIORI SPESE!
AIUTATECI
A DIFENDERVI DAGLI AVVOCATI CASSAZIONISTI!
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PER I COLLEGHI AVVOCATI: POTETE AFFIGGERE PRESSO I TRIBUNALI IL VOLANTINO A
DIFESA DELLA CLASSE FORENSE E CONTRO LA RIFORMA ALFANO-ALPA
Scaricate il volantino qui :
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La riforma targata "ALFANO-
CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE" prevede
anche testualmente secondo l'art 19 della Riforma:
L'ORDINE ...."COMPIE LE
VERIFICHE NECESSARIE ANCHE MEDIANTE RICHIESTA DI
INFORMAZIONE AGLI UFFICI FINANZIARI" (Art 19
riforma)
Ciò significa che gli Ordini
continueranno a vessare gli iscritti non solo le
tasse coattive annuali (peraltro quasi ovunque in
aumento) , non solo con le perdite di tempo e le
spese per la formazione coattiva , ma adesso con
un nuovo "clima del terrore" (?) creato dalla
possibilità che gli ORDINI POSSANO CONTRIBUIRE A
FIANCHEGGIARE GLI UFFICI FINANZIARI NELLA
VERIFICA, CONTROLLO E SCOPERTA DEI GUADAGNI DEI
PROPRI ISCRITTI.
Gli Ordini forensi ,mediante la
proposta del Consiglio Nazionale Forense,
potrebbero diventare il più potente ed invasivo
braccio fiscale ai danni dei propri iscritti
coattivi.
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Per comprendere l'impostazione "ideale" che sta
portando a questa norma all'interno della "Riforma
Alfano" contro la classe forense, basta leggere
una dichiarazione del Senatore Mugnai (uno dei
maggiori artefici della "Riforma Alfano")
Virgolettato tratto da un'intervista resa dal
Senatore Mugnai al quotidiano "Italia Oggi" del
23.02.2009
..... "molti di questi (avvocati ndr)
vivacchiano di patrocini d'ufficio, esercitando
la professione in maniera del tutto residuale e
ledendone il decoro".....
Quindi assumendo che il Senatore parli di chi
guadagna anche attraverso il patrocinio gratuito
(dato che con la difesa d'ufficio non si
guadagna sostanzialmente alcunchè) dobbiamo
desumere che sotto attacco è anche questo tipo
di partrocinio che "lederebbe" il decoro
professionale (pur essendo legge dello stato!)
ed il cui utilizzo renderebbe moltissimi
Colleghi "indegni" di essere avvocati.
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Maggiori info
sulla protesta contro la Riforma Alfano qui
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Tra le
tantissime lettere, fax ed email (con cui ci chiedete
anche di cominciare da subito di protestare e scendere
in piazza) abbiamo scelto quella di un Collega, che
pur avendo da tempo raggiunto gli anni per essere cassazionista,
solidarizza con noi giovani e polemizza con la proposta
"killer" di riforma dell'ordinamento professionale.
dall' Avv. Tommaso Calculli di Matera (avvocato
di 86 anni di età con circa 63 anni di carriera
professionale e tuttora esercente e titolare di uno
studio associato)
"Sono sconcertato per le
notizie apprese dai giornali circa i nuovi metodi in
progetto per l'immissione sul mercato nazionale dei
giovani avvocati e per l'eliminazione dei colleghi senza
un reddito quantificato in una arida, odiosa cifra"........
"Altresì ,più che sconcertante, appare la notizia già
anticipata secondo cui il professionista già avvocato
che non raggiunge un certo reddito professionale
meriterà la cancellazione (leggi radiazione) dall'albo
come nell'ipotesi dell'accertata condanna in via
definitiva per reati gravissimi! Trattasi di
un'aberrazione sia se si esamina il punto di vista dei
giovani avvocati, sia dal punto di vista di avvocati non
più giovani".Ma
intanto cosa fare? Eliminare tutti coloro che sono in
sovrannumero.....? Perchè non servirsi dello stesso
sistema per gli architetti, commercialisti, ingegneri
etc? -----E' possibile escludere a priori chi può
diventare un nuovo avvocato? Eliminare un avvocato che
non riesce a far proprio un certo reddito?... Spero
soltanto che non si faccia una ecatombe di avvocati con
l'inesorabile distruzione dell'intera categoria
professionale"... Chiedo un aiuto per i giovani,
......Ma queste eventuali leggi
sono nel rispetto della Costituzione della repubblica
Italiana o la calpestano e la stracciano?......E
allora cosa fare ? ...Il Consiglio Nazionale Forense
cosa intende fare?..."
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I
legali: società multidisciplinari e specializzazioni
Il Sole 24 Ore
20/9/2008
Primo plenum del Cnf sulla riforma
Specializzazioni (con 250 ore di formazione, un
esame finale e nessuna riserva), società non di
capitali e solo con altre categorie ordinistiche
definite con regolamento. Sono le prime scelte
compiute dal plenum del Consiglio nazionale forense
che si è tenuto ieri a Roma e che sta esaminando
l’articolato di argomenti e istanze proposte da
avvocatura e associazioni, ai primi di settembre, in
vista di un elaborato condiviso di riforma
dell’ordinamento che possa trovare posto nel
pacchetto di riordino della giustizia, firmato dal
Guardasigilli Angelino Alfano. La discussione — che
riprenderà, all’interno del Cnf il 26 settembre e
che dovrebbe riconvocare gli “Stati generali”
dell’avvocatura il prossimo 11 ottobre – è partita
da due temi delicati per il mondo associativo. Le
specializzazioni saranno disciplinate con il
riordino dell’ordinamento e conseguite con modalità
da concordare tra gli Ordini e le associazioni più
rappresentative. Un regolamento prevederà l’elenco
delle specializzazioni riconosciute, i percorsi
formativi e professionali di durata almeno biennale,
le prescrizioni per gli Ordini territoriali, le
associazioni forensi e le scuole per il
conseguimento del titolo. Le ore di formazione
minime sono state fissate in 250 e sarà designata
una commissione d’esame dal Cnf, composta da
consiglieri nazionali, accademici e componenti delle
associazioni. Il titolo di specialista, in penale o
civile, non comporterà, comunque, una riserva
all’esercizio dell’attività in questi comparti. In
secondo luogo, il Cnf lascia spazio alla
costituzione di società tra avvocati, non di
capitali, aperte anche ad altri professionisti
iscritti ad Albi che appartengono a categorie che
saranno individuate successivamente con regolamento.
E ancora, non verranno introdotte barriere
anagrafiche per l’elezione ai Consigli degli Ordini
locali. La bozza di articolato prevedeva - su
istanza di alcuni presidenti di Ordini — che
l’elettorato passivo maturasse dopo cinque annidi
iscrizione all’Albo. Ma la previsione è stata
espunta. Il nuovo assetto organizzativo
dell’avvocatura riconoscerà, infine, ai consigli
locali la facoltà di costituire Unioni regionali o
interregionali che potranno, se delegate dagli
Ordini stessi, interloquire con regioni, enti locali
e università. Negativo
il commento di Gaetano Romano, presidente
dell’Unione giovani avvocati italiani, contro «la
medievale resistenza all’ampliamento degli studi
attraverso le società di capitali e all’assetto
autoreferenziale del Cnf sotto il profilo
generazionale (per legge composto solo da avvocati
cassazionisti, quindi con almeno n anni di anzianità
professionale) e di genere». Un organismo, prosegue
Romano, «unico caso tra gli omologhi organismi
forensi in Europa, che non ha neppure una donna
avvocato tra i suoi 26 componenti.
Laura Cavestri
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italia oggi
Riforma delle
professioni, anche i sindacati in campo
No al peso dei poteri
corporativi sulla riforma delle professioni. È ancora
il progetto di riordino del comparto
economico-giuridico a destare preoccupazioni. Questa
volta da parte dei tre segretari confederali di Cgil,
Cisl e Uil, Agostino Megale, Giorgio Santini e
Lamberto Santini che, in una nota congiunta, lanciano
un nuovo allarme: «La riforma non rafforzi il potere
lobbistico di alcune professioni». Immediata, però, la
risposta di rappresentanti di ordini e di associazioni
che, seppure per motivazioni diverse, continuano a
considerare giusto procedere per aree di competenza.
Ma è proprio questo il problema per i tre sindacati
che denunciano come il guardasigilli si preoccupi solo
«di tre forse quattro ordini, discutendone solo con
loro. A un anno dal varo del disegno di legge di
riforma dell'intero sistema delle professioni, che il
Parlamento non attuò, oggi il decisionismo legislativo
del governo torna a parlare e a discutere di riforma
ma, viste le poche notizie di merito che trapelano,
temiamo fortemente che il governo rafforzerà e
rilancerà il potere lobbistico e corporativo di alcune
professioni». «C'è tutta un'area che in questo modo
viene tagliata fuori», dichiara Santini della Cisl,
«mentre invece bisogna considerare che ci sono ormai
tantissime realtà professionali diverse che fanno capo
anche alle associazioni». Ed è anche sul
riconoscimento di queste ultime che si scaglia la
nota: «Il silenzio sulla attuazione del Decreto lgsl
206/07 (recepimento Direttiva 36/05), la dice lunga su
quale risposta il governo intende dare all'attacco
condotto dagli ordini professionali al sistema duale
attraverso il ricorso, assolutamente immotivato, al
decreto interministeriale applicativo dell'art. 26».
Rinvia subito al palla al mittente Claudio Siciliotti
presidente del Consiglio nazionale dottori
commercialisti ed esperti contabili che, non solo
considera «motivatissimo il ricorso« ma ricorda,
ancora una volta, che è la costituzione a dire che per
esercitare una professione bisogna passare un esame di
stato. «E in ogni caso», continua Siciliotti, «prima
di affermare che si rafforzano i poteri lobbistici
bisognerebbe vedere quali sono i contenuti della
nostra riforma che punta solo a migliorare il sistema
giustizia». «Ma ora il tempo scorre», si legge ancora
nella nota, «ed il ministero rispettando i tempi del
decreto, si dovrà esprimere sulle domande presentate
da più di 60 associazioni per non cadere
nell'inefficienza amministrativa». Anche perché
puntualizza ancora Carla Pecchioni, presidente
Agenquadri-Cgil, «se ora non si da seguito neanche a
questo si apriranno i tavoli di riconoscimento europei
e l'Italia non ne farà parte». Per Giuseppe Lupoi
coordinatore del Colap invece il governo ha il diritto
se lo ritiene opportuno anticipare la riforma di
queste professioni purché ovviamente non si dimentichi
delle associazioni. Per quanto riguarda invece il
ricorso al decreto Lupoi di dichiara convinto «che il
Tar darà ragione a noi e allora per gli ordini
professionali sarà un bel colpo».
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IN EDICOLA NOSTRA INTERVISTA
CONTRO LA "RIFORMA ALFANO-CNF" SU "IL SALVAGENTE",
SETTIMANALE DEI CONSUMATORI
A pg 18 intervista sulla Riforma Alfano- CNF n
tema di cancellazione dall' albo degli avvocati
per reddito minimo professionale ,esame,
liberalizzazioni, esame obbligatorio per
abilitazione per la cassazione etc
---------------------------.............Che
la formula non svilisca la professione, ma
esalti la concorrenza, lo pensa anche Gaetano
Romano, presidentedell'Unione giovani avvocati
italiani. "L'Ordine sostiene che l'assenza di
tariffe minime possa dequalificare la
profes-sione, eppure non è stato ancora
documentato un solo caso di cliente danneggiato
dalla loro abolizione". Romano ti-ra in ballo un
semplice principio economico: più concorrenza
non significa solo compensi più bassi, ma anche
pre-stazioni migliori, maggiore attenzione per i
propri clienti e "conclusione delle cause in
tempi più brevi".Non è la sola novità bocciata
dai giovani avvocati. La bozza dell'Ordine tende
a limitare ulteriormente l'accesso
allaprofessione anche se già oggi solo il 35%
degli ¡scritti passa l'esame da avvocato. "In
più, è stato aggiunto un esameper coloro che
vogliono patrocinare in Corte di Cassazione,
oggi passaggio automatico dopo 12 anni di
attività. E sarà cancellato dall'Albo chi non
raggiunge un reddito minimo. Si fanno scudo
dell'assioma: troppi avvocati uguale troppe
cause.Noi abbiamo il dubbio che sia il
contrario"
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Alcune parti tratte dell'intervista pubblicata
a pg 20 nel numero di Aprile di TOPLEGAL 2009
http://www.toplegal.it (durante l'intervista sì è
parlato anche di accesso, tariffe, pubblicità, studi
legali sotto forma di società di capitali, del nostro
no alla cancellazione dall albo per reddito minimo):
".............Diametralmente opposto è
il giudizio Gaetano Romano, numero uno dell'UGAI.
"Ricusiamo in toto la proposta.Favorisce le gerarchie
ordinistiche e gli avvocati cassazionisti e va a
sfavore dei giovani legali, obbligandoli a nuove
incombenze come l'assicurazione , che determinerà tra
l'altro un aumento delle azioni legali per colpe
professionali. "L'esame per diventare cassazionisti ,
secondo Romano, "è stato voluto dai chi cassazionista
già lo è e vuole imporlo ai concorrenti" Bocciate
anche "le modalità per ottenere la specializzazione
perchè sono burocraticamente insostenibili e impongono
400 ore di formazione ,che sono un carico pesantissimo
per un professionista che lavora".........."
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SOLE 24 ORE pg 39
"Classe forense,i numeri da sfatare"
28/4/2009
di Gaetano Romano - Presidente Unione
giovani avvocati italiani
Nel dibattito sulla professione forense
si fanno strada alcune leggende metropolitane, come
quella sul numero degli avvocati in Italia. Si dice: a
Roma i professionisti sono numerosi (20.186) come in
tutta la Francia (si veda «lì Sole 24 Ore» del
21aprile). Ma il caso francese è singolare: negli
altri grandi Paesi Ue gli avvocati sono quasi ovunque
sopra quota 150 mila (159.295 in Spagna, 150.375 in
Germania, 151.802 in Inghilterra - Galles). L’Ordine
locale di Madrid, con ben 45.166 iscritti, è il più
grande d’Europa, mentre Monaco (18.364) ha un numero
di legali quasi pari a Roma. Il numero dì 213.081
avvocati italiani dichiarati dal Consiglio nazionale
forense - non esistendo alcun Albo nazionale —è forse
azzardato in assenza di un trasparente documento con
gli iscritti suddivisi per ordine locale. Se partiamo
dal dato Censis 2006 (153mila avvocati), sommando i
circa 15 mila abilitati per sessione, avremmo circa
183mila professionisti. Non è neppure vero che ci sia
una correlazione tra il numero di avvocati e l’aumento
del contenzioso processuale. Parigi e Monaco hanno
pressoché lo stesso numero di avvocati di Roma (Madrid
addirittura più del doppio) e un ben differente numero
di processi pendenti. Sarebbe quindi più responsabile
- in luogo di controriforme degli ordinamenti -
aumentare il numero di magistrati.
Spiace poi che chi ha la pretesa
di rappresentare a livello nazionale la classe forense
continui quasi a dubitare della reale preparazione
della base. Secondo invece una ricerca commissionata
dal Cnf al Censis e all’Università Roma Tre—i1 66,5%
dei clienti ritiene che i servizi degli avvocati siano
in linea con le proprie aspettative. Non si comprende
quindi perché il Cnf chieda una riforma per gravare
gli avvocati non solo della formazione coattiva e di
un possibile esame per diventare Cassazionista ma
anche dell’assicurazione civile obbligatoria che
aprirebbe il varco a un aumento vorticoso di cause,
magari pretestuose, per responsabilità professionale
(come già avviene per i medici).
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Dai Dottori Commercialisti : "Sì a
SLP a favore dei giovani";
Alpa "No a SLP"
da Italia Oggi
Slp col freno tirato
Parte il confronto sul progetto di legge relativo alle
Società di Lavoro Professionale (S.L.P.) che i dottori
commercialisti hanno presentato qualche giorno fa. Ma
parte male. I rappresentanti di commercialisti,
avvocati e notai, infatti, ieri sono stati convocati
al senato dal presidente della Commissione Giustizia,
Filippo Berselli, per avviare un iter parlamentare
condiviso. Usciti da Palazzo Madama, però, avvocati e
notai hanno preso le distanze. Le due categorie,
d'accordo sullo spirito dell'iniziativa non si sono
trovati sulla stessa linea d'onda per quanto riguarda
le fondamenta della pdl, seppur quest'ultima ancora
tutta da emendare. I primi ad uscire allo scoperto
sono stati i dottori commercialisti. “Ci auguriamo”,
scrivono i consiglieri Giorgio Sganga e Andrea Bonechi,
“che dal confronto avviatosi proficuamente nel corso
della riunione, possa scaturire un'accelerazione sulla
materia delle società tra professionisti. Il progetto
S.L.P. ha per noi un'importanza strategica nel
contesto più ampio della riforma del comparto delle
professioni economicogiuridiche. Con le S.L.P.
si colmerebbe lo storico ritardo accumulato nella
definizione delle società tra professionisti,
preservando il valore del lavoro intellettuale e
offrendo nuove opportunità ai giovani per avviarsi
alla professione”. Ma già dalle prime ore del
pomeriggio non sono mancati i distinguo delle altre
due categorie. A cominciare dagli avvocati. “Il testo
sulle Società tra Professionisti proposto dal
Consiglio Nazionale dei Commercialisti”, ha fatto
sapere il presidente Guido Alpa, “presenta aspetti
contrastanti con la legge sulle STP che riguarda gli
avvocati e mette in forse il principio della
personalità della prestazione, che è uno dei
fondamenti della distinzione fra professioni
intellettuali e attività d'impresa. Occorre dunque
ripensare con attenzione ogni proposta al riguardo.
L'Avvocatura”, conclude il numero uno del Cnf,
“confida nel Parlamento perché sia al più presto
varata la riforma della legge forense”. E non si è
fatta attendere la nota del notariato. Il presidente
del Cnn ha precisato di avere aderito all'iniziativa
soltanto perché promossa dal presidente della
Commissione giustizia Berselli per garantire la
specificità delle diverse professioni, avviando «un
confronto sul cui esito nulla è scontato». Paolo
Piccoli sottolinea che «per quanto riguarda il
notariato, si è riservato di sottoporre al Consiglio
Nazionale la proposta», manifestando comunque
«immediata e totale contrarietà a norme che
affievoliscano la personalità della prestazione, che
siano in contrasto con la
terzietà connaturata alla pubblica funzione, nonché a
ipotesi di soci di capitale». Ricorda infine Piccoli
di aver fatto presente che altre professioni dovranno
essere coinvolte nel progetto se il tavolo di lavoro
verrà realizzato.
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