Il congresso non si tocca, sull’Oua si può
discutere, ma gli ordini non ne vogliono sapere di scomparire.
L’Assemblea nazionale convocata sabato scorso dall’Organismo
unitario dell’avvocatura si è risolta in quello che
gli organizzatori si auguravano: partecipazione massiccia
(oltre 100 ordini) e documento politico approvato all’unanimità.
L’iniziativa, infatti, aveva una finalità esplicita,
quella di redigere una piattaforma di richieste da presentare
la prossima settimane alla “politica” nell’incontro celebrativo
del decennale dell’Oua, ma anche un obiettivo implicito, non
del tutto secondario: verificare la capacità dell’Organismo
unitario di mobilitare quel pezzo di avvocatura che gravita
intorno al mondo degli ordini.
Il tutto mentre le due associazioni maggiormente rappresentative
(Aiga e Camere penali) contestano apertamente l’Oua e le regole
del Congresso forense, nella misura in cui queste sono collegate
all’Organismo unitario. La massiccia partecipazione all’assemblea
convocata dall’Oua rappresenta un ulteriore “elemento di valutazione”
anche per il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido
Alpa che ha rilanciato la “centralità” istituzionale
del Cnf e che ha subordinato ogni decisione sulla convocazione
del Congresso a quello che sarebbe successo in queste settimane.
Per ora, le indicazioni che arrivano ad Alpa sono tutte nella
direzione di convocare rapidamente il Congresso: il concetto
era stato già chiarito nella riunione indetta dal Cnf
la scorsa settimana (vedi in arretrati del 14 ottobre) ed
è stato ribadito sabato scorso. Soprattutto, emerge
con evidenza il fatto che in questa fase gli ordini hanno
molta voglia di agire e molto poca di delegare il proprio
pensiero ad altri.
Un’indicazione è arrivata anche nei confronti dell’Oua:
nel documento politico approvato all’unanimità, i rappresentanti
degli ordini hanno elencato una lunga serie di obiettivi politici,
dando mandato all’Oua di «assumere ogni opportuna ed
urgente iniziativa» ed invitando tutta l’avvocatura,
«nelle sue componenti istituzionali ed associative»
a collaborare. In questo contesto, l’unica nota stonata per
l’Oua, arriva dai praticanti avvocati dell’Anpa che hanno
diffuso una nota nella quale rilanciano la proposta di una
«federazione delle associazioni» forensi «di
cui sia verificata la reale rappresentatività».
Una federazione nella quale il ruolo centrale dovrebbe essere
riservato all’Unione delle Camere penali: «attesa l’indiscussa
incisività politica che tutti riconosciamo».
Molto critico il giudizio di Gaetano Romano, presidente
dell’Anpa, sull’assemblea convocata sabato dall’Oua: «Sarebbe
stato più opportuno dar luogo a un’assise funzionale
allo scioglimento dell’ormai Organismo dis-unitario dell’Avvocatura».
Le richieste. All’incontro del prossimo 27 ottobre l’Oua presenterà
ai politici il documento approvato sabato con una lunga serie
di richieste, che partono dall’approvazione dei molti progetti
di riforma in discussione. L’ordinamento giudiziario ma anche
quello delle professioni, la legge fallimentare e il processo
civile, la riforma dei codici penali, sostanziale e processuale,
la riforma del processo minorile e l’introduzione del processo
civile telematico.
È stata ribadita la richiesta di rispettare le norme
interne nel recepimento della legislazione comunitaria, con
espresso riferimento alla direttiva sull’antiriciclaggio.
Infine, critica unanime alla previsione della Finanziaria
di aumento del contributo unificato ed eliminazione del parere
di congruità sulle parcelle per il patrocinio a spese
dello Stato.
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