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Diritto & Giustizi@

L'assemblea "restituisce" la rappresentanza all'Oua

[19 ottobre 2004]


 

Il congresso non si tocca, sull’Oua si può discutere, ma gli ordini non ne vogliono sapere di scomparire. L’Assemblea nazionale convocata sabato scorso dall’Organismo unitario dell’avvocatura si è risolta in quello che gli organizzatori si auguravano: partecipazione massiccia (oltre 100 ordini) e documento politico approvato all’unanimità.

L’iniziativa, infatti, aveva una finalità esplicita, quella di redigere una piattaforma di richieste da presentare la prossima settimane alla “politica” nell’incontro celebrativo del decennale dell’Oua, ma anche un obiettivo implicito, non del tutto secondario: verificare la capacità dell’Organismo unitario di mobilitare quel pezzo di avvocatura che gravita intorno al mondo degli ordini.

Il tutto mentre le due associazioni maggiormente rappresentative (Aiga e Camere penali) contestano apertamente l’Oua e le regole del Congresso forense, nella misura in cui queste sono collegate all’Organismo unitario. La massiccia partecipazione all’assemblea convocata dall’Oua rappresenta un ulteriore “elemento di valutazione” anche per il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa che ha rilanciato la “centralità” istituzionale del Cnf e che ha subordinato ogni decisione sulla convocazione del Congresso a quello che sarebbe successo in queste settimane. Per ora, le indicazioni che arrivano ad Alpa sono tutte nella direzione di convocare rapidamente il Congresso: il concetto era stato già chiarito nella riunione indetta dal Cnf la scorsa settimana (vedi in arretrati del 14 ottobre) ed è stato ribadito sabato scorso. Soprattutto, emerge con evidenza il fatto che in questa fase gli ordini hanno molta voglia di agire e molto poca di delegare il proprio pensiero ad altri.

Un’indicazione è arrivata anche nei confronti dell’Oua: nel documento politico approvato all’unanimità, i rappresentanti degli ordini hanno elencato una lunga serie di obiettivi politici, dando mandato all’Oua di «assumere ogni opportuna ed urgente iniziativa» ed invitando tutta l’avvocatura, «nelle sue componenti istituzionali ed associative» a collaborare. In questo contesto, l’unica nota stonata per l’Oua, arriva dai praticanti avvocati dell’Anpa che hanno diffuso una nota nella quale rilanciano la proposta di una «federazione delle associazioni» forensi «di cui sia verificata la reale rappresentatività».

Una federazione nella quale il ruolo centrale dovrebbe essere riservato all’Unione delle Camere penali: «attesa l’indiscussa incisività politica che tutti riconosciamo». Molto critico il giudizio di Gaetano Romano, presidente dell’Anpa, sull’assemblea convocata sabato dall’Oua: «Sarebbe stato più opportuno dar luogo a un’assise funzionale allo scioglimento dell’ormai Organismo dis-unitario dell’Avvocatura».

Le richieste. All’incontro del prossimo 27 ottobre l’Oua presenterà ai politici il documento approvato sabato con una lunga serie di richieste, che partono dall’approvazione dei molti progetti di riforma in discussione. L’ordinamento giudiziario ma anche quello delle professioni, la legge fallimentare e il processo civile, la riforma dei codici penali, sostanziale e processuale, la riforma del processo minorile e l’introduzione del processo civile telematico.

È stata ribadita la richiesta di rispettare le norme interne nel recepimento della legislazione comunitaria, con espresso riferimento alla direttiva sull’antiriciclaggio.

Infine, critica unanime alla previsione della Finanziaria di aumento del contributo unificato ed eliminazione del parere di congruità sulle parcelle per il patrocinio a spese dello Stato.

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