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LA GIOVANE AVVOCATURA DISERTA IL CONGRESSO NAZIONALE:NON RICONOSCIAMO L'O.U.A.
 
 
     

 

 

                                                                   GIOVANI LEGALI ITALIANI

                                                                    www.anpaitalia.it

                                Ufficio di Presidenza Nazionale - c/o Studio Legale Avv. Gaetano Romano

                                             Via Madonna della Mercede is. 200 int. 4- 98123 Messina

Tel.Fax 090/674404  presidenza.nazionale@anpaitalia.it

 

      COMUNICATO STAMPA

 

“IL CONGRESSO NAZIONALE FORENSE E’ ORMAI NEI FATTI SOLO L’ASSISE DELL’AVVOCATURA CASSAZIONISTA”

 

“Per i Giovani Legali Italiani e’ ora di prendere atto che il Congresso Nazionale Forense che si apre oggi a Milano è diventato nei fatti rappresentativo solo di una parte della classe forense, ovvero dell’Avvocatura Cassazionista.

Con l’assenza dell’A.N.P.A., ovvero dell’unica associazione nazionale forense rappresentata da un Avvocato giovane, ovvero non Patrocinante in Cassazione, quest’assise nazionale manca colpevolmente della componente giovanile dell’avvocatura.

Vi è ormai il rischio incombente di un aggravarsi dello scontro generazionale all’interno dell’avvocatura che è già evidente sul fronte delle tariffe professionali.

I Praticanti ed i Giovani Avvocati auspicano che quest’ assise almeno serva a porre la parola fine a quell’esperienza fallimentare rappresentata dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura che – a dispetto del nome – ha contribuito nei fatti a far sì che altre importantissime componenti associazionistiche della classe forense, come l’Unione Camere Penali Italiane, continuassero a disertare il Congresso”

 

 
 IL SOLE 24 ORE

 

 

AVVOCATI/ Inaugurato a Milano il Congresso nazionale forense chiamato alle riforme «possibili»

 

Per i legali obiettivo rilancio

 

Aperture sull' esercizio in società e sulle conciliazioni

MILANO. Per una volta saranno gli avvocati a tentare di rispondere a interrogativi del tipo: ma come mai alla fine della legislatura quella che è considerata una delle più potenti lobby trasversali in Parlamento non è riuscita a risolvere in maniera soddisfacente nessuno dei problemi che affliggono la categoria? O. ancora, se è vero che l'Albo ha rappresentato una forma di ammortizzatore sociale, come si può pensare a una riforma efficace dell'ordinamento professionale che non faccia apparire anche l’avvocatura tra gli ostacoli alla modernizzazione del Paese? Tutte domande cui è chiamato a rispondere il Congresso nazionale forense che si è aperto ieri a Milano. L'appuntamento, che sarà replicato a Roma in giugno, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per capire su quali binari potrà essere riformata la professione.Non solo. Già ieri, dai primi interventi dei protagonisti, in larghissima parte appartenenti al mondo forense (ma oggi è previsto intervento del Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, e del sottosegretario all'Economia Michele Vietti) sono apparse chiare le due linee di marcia sulle quali ~ chiamato a muoversi il congresso. Da una parte la riflessione su sè stessi, con )'inevitabile riproporsi delle diverse scuole di pensiero sulle forme della rappresentanza politica dell'avvocatura (proprio ieri l'Anpa ha sottolineato la questione generazionale, osservando come il congresso ormai rappresenti solo una parte della classe forense, essendone esclusa tutta la giovane avvocatura), ma anche con la promessa di arrivare a una sintesi unitaria su temi crociati, come il percorso di formazione o le modalità di esercizio della professione; dall'altro le risposte che l'avvocatura è chiamata a dare alla crisi della giustizia.Una crisi che ha dati forse più allarmanti di quelli ufficiali proposti dal ministero (su questo punto l'Oua ha promesso entro domenica un'operazione verità) e che, in ogni caso, vede l'Italia sotto osservazione in Europa, al punto che, alla fine del mese, dovrebbe essere presa una decisione da parte del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa sull'istituzione nel nostro Paese di una commissione internazionale per verificare situazione e miglioramenti. Problemi che non sono stati nascosti dalle prime dichiarazioni di Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, e di Michelina Grillo, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura. Alpa ha lanciato la necessità di trovare un accordo pragmatico sulle cose da fare evitando un ripiegamento su sestessi e ha riproposto la causa di arbitrati, ma soprattutto delle conciliazioni,come strumenti adatti a fare uscire il processo civile dalle secche in cui da tempo è arenato. Conciliazioni che vedono l'Italia come fanalino di coda rispetto ad altri Paesi anche perché solo da poco tempo sono state considerate uno strumento effettivamente praticabile soprattutto nelle piccole controversie.Grillo, da parte sua, ha chiamato tutta l'avvocatura a un impegno di cambiamento che possa incidere anche su alcuni tabù come l'esercizio in forma collettiva della professione legale, con l'esclusione assoluta,però, dei soci di capitali. Maurizio De Tilla, presidente della Cassa forense, ha promesso di fare chiarezza sul paradosso per cui a fronte di circa 170.000 iscritti all'Albo, sono poi solo 115,000 i professionisti aderenti alla Cassa,Una prova del fatto che a svolgere effettivamente ed esclusivamente la professione non è la totalità degli avvocati.A testimoniare poi ulteriormente la fase di passaggio in cui si sta svolgendo il congresso è arrivata ieri la notizia che il Cnf ha preso posizione per denunciare l’ipotesi di inserire nella legge di conversione del decreto legge 203/2005 norme che consentano ai dottori commercialisti di assumere la difesa del cittadino davanti alla Corte di cassazione «per l'abnormità di tale ipotesi e per i danni che essa recherebbe ai diritti dei cittadini».

GIOVANNI NEGRI                                                                                                   11/11/2005