TUTTI IN PIAZZA CONTRO LA
RIFORMA ALFANO AI DANNI DELLA CLASSE FORENSE E DEI
CONSUMATORI; LA NOSTRA
BATTAGLIA CONTRO LA RIFORMA "ANTIAVVOCATI" SUI MASS MEDIA
; INTERVISTA
UGAI SU RADIO 24 NELLA TRASMISSIONE "UN ABUSO AL GIORNO LEVA
IL CODICE D'INTORNO" ;
L' UGAI
INVITATA DAL "JUNIOR LAWYERS DIVISION OF THE LAW SOCIETY OF
ENGLAND & WALES" ALL' " INTERNATIONAL WEEKEND A LONDRA 25/26
SETTEMBRE 2009"
dentro si legge questo contenuto
IO PARTECIPERO' ALLA
MANIFESTAZIONE A ROMA VS LA CONTRORIFORMA FORENSE
IO CI SARO' A ROMA SABATO 28.11.09 DALLE 0RE 15.00 PER LA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE VS LA CONTRORIFORMA FORENSE
SABATO 28 NOVEMBRE 2009 LA MANIFESTAZIONE SI TERRA' A
PIAZZA NAVONA.
Orario di incontro ORE 15.
La manifestazione è aperta, oltre agli interessati
direttamente dalla riforma, anche ai cittadini ed ai
consumatori che saranno indirettamente colpiti dalle nuove
spese, incombenze e vessazioni previste dalla
controriforma per la base della classe forense .
Sarà gradita, per i legali e tra questi per chi la
possiede (se non la possiede non importa), la Toga per
dare maggiore risalto alla manifestazione.----------------------------------------------------------------
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VOLANTINO UFFICIALE MANIFESTAZIONE
NAZIONALE CONTRO LA RIFORMA ANTIAVVOCATI.SCARICATE,STAMPATE
ED AFFIGGETE ILVOLANTINO NEL VOSTRO FORO (il
contenuto non èmutabile).
O
scorrendo la discussione qui
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Non sarà semplice e non sarà indolore. La riforma
dell'ordinamento forense, attualmente in discussione
alla Commissione giustizia del Senato, provoca
ancora una profonda spaccatura all'interno
dell'avvocatura italiana. Da una parte il Consiglio
nazionale forense, guidato da Guido Alpa, con tutta
la schiera dell'associativismo istituzionale, dall'
altra il popolo dei giovani avvocati e dei piccoli
studi legali. La prima mossa l'hanno fatta gli
organismi istituzionali divulgando un documento nel
quale si stila un decalogo di principi
irrinunciabili che dovranno essere contenuti nel
nuovo testo di riforma dell'Ordine. Tra i punti più
«caldi» del decalogo c'è sicuramente «la continuità
dell'esercizio professionale come condizione di
permanenza nell'albo». È questa la richiesta che
scatena il dissenso dell'Ugai (Unione giovani
avvocati). «La verità è che con
questa riforma si vogliono eliminare circa 50 mila
avvocati iscritti all'Albo — afferma Gaetano
Romano, presidente Ugai —, cancellati perché non
dichiarano una soglia minima di reddito. È una
manovra per stanare gli evasori? Non credo che un
evasore sarebbe così sprovveduto da dichiarare un
reddito addirittura al di sotto la soglia minima.
Basta stare appena sopra per vivere tranquillo. E
allora si tratta solo di una selezione della razza»
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Un piccolo studio a
rischio con la riforma da
Corriere della Sera 08.10.2009
Dopo una laurea con 110 e lode e una votazione di
270/300 all’esame per l’avvocatura, Francesca Nobili
( foto) era legittimamente convinta che le si
schiudesse una carriera professionale piena di
soddisfazioni. «La realtà è stata subito più dura —
ammette Francesca — mi è toccato dover lavorare
dodici ore al giorno per mille euro al mese, senza
tutele e garanzie. Al punto che dopo un’operazione
alla schiena ho dovuto andare a lavoro con le
stampelle per non perdere il posto». Così, per
sopravvivere, Francesca ha deciso di mettersi in
proprio ma è stata investita dalla crisi: pochi
clienti e con pochi soldi in tasca. Adesso però i
pericoli arrivano da altre parti. «In Italia è la
seconda volta che una legge chiede la cancellazione
di avvocati dall’albo: la prima volta è successo
agli avvocati ebrei a seguito delle leggi razziali.
La seconda è per il testo attualmente in commissione
giustizia al Senato. Quella è una legge
sfolla-avvocati, propone la cancellazione dall’albo
per chi non raggiunge un minimo di guadagno annuale.
Lo spacciano come un sistema per contrastare
l’evasione. Falso. Volete trovare gli evasori?
Provate a chiedere come fa, chi dichiara un reddito
da 30 mila euro l’anno, a permettersi l’affitto di
uno studio in centro a Roma».
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“AVVOCATI E CITTADINI IN PIAZZA A
ROMA SABATO 28 NOVEMBRE DIRANNO NO ALLA
CONTRORIFORMA FORENSE”
“Sabato 28 novembre dalle ore 15.30
l’Unione dei Giovani Avvocati Italiani ha
organizzato una manifestazione in Piazza Navona a
Roma per dare la possibilità ai cittadini ed agli
avvocati di esprimere pubblicamente il proprio no
alla controriforma forense. Si tratta infatti di una
riforma favorevole alle gerarchie ordinistiche ma
contro la base della classe forense, i consumatori
ed il sistema produttivo italiano.Secondi i calcoli
fatti saranno circa 50.000 gli avvocati cancellati
dagli albi professionali a causa dell’ illiberale
normativa sulla continuità professionale basata su
un reddito minimo. Questa norma, che probabilmente
tramuterà gli ordini professionali in controllori
fiscali , di concerto con l’agenzia delle entrate,
dei redditi degli avvocati , nasconde forse anche un
inaccettabile preconcetto per cui i professionisti
sarebbero tutti evasori da stanare. Gli avvocati ,a
rischio cancellazione dall’albo professionale per
non continuità professionale, saranno indotti ad
incardinare cause, anche pretestuose, con gravissimo
danno per il sistema giustizia e per i
cittadini.Tutti gli avvocati “superstiti”
all’interno degli albi dovranno subire nuove
balzelli ed incombenze che renderanno quasi
impossibile la libera professione forense.
Ricordiamo l’assicurazione civile obbligatoria che
servirà solo a riempire le casse delle compagnie
assicurative ,a danno della base della classe
forense, ed ad aumentare il rischio di pretestuose
azioni legali contro gli avvocati (come avviene da
anni contro i medici).
Stesso discorso per il nuovo iter per essere
iscritti nei nuovi elenchi degli specialisti
caratterizzato da nuovi esami professionali e nuove
spese. Tutto ciò andrà a ripercuotersi sulle tariffe
applicate ai cittadini dagli avvocati che dovranno
pur trovare un modo per resistere alle nuove
insostenibili incombenze.
L’obbligo di frequenza delle scuole
forensi a pagamento per i praticanti obbligherà
questi ultimi a collaborare solo parzialmente con il
proprio dominus; tutto ciò produrrà danno sia al
tirocinante, sia allo studio di appartenenza.
Nella riforma è confermato anche il cd “business”
della formazione a spese dei legali; dalla
formazione coattiva verranno esclusi anche i docenti
ed i politici (si va dai Parlamentari Europei agli
assessori). Il tutto a danno degli altri avvocati,
non rientranti in queste categorie, che rimarrebbero
gli unici a dovere sostenere i costi - che
ricadranno sui consumatori - e le perdite di tempo
per la formazione coattiva.
L’abolizione dell’abilitazione automatica per
diventare cassazionista - voluta sostanzialmente dal
Consiglio Nazionale Forense composto solo da
avvocati già cassazionisti - risponde ad una miopia
gerontocratica che vede i giovani avvocati bersagli
predestinati della riforma.
La manifestazione si svolgerà in forma statica in
Piazza Navona, e non a mezzo corteo, perché - per
questa prima nostra protesta pubblica - si è pensato
di non arrecare disagi ai cittadini che saranno
nostri alleati interessati in questa battaglia per
bloccare la controriforma forense.
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Roma, 11 nov. (Adnkronos) - Sabato 28
novembre, dalle 15.30, l'Unione dei giovani
avvocati italiani ha organizzato una
manifestazione in Piazza Navona, a Roma, "per
dare la possibilita' ai cittadini e agli
avvocati di esprimere pubblicamente il proprio
no alla controriforma forense piu' volte
annunciata dal ministro Alfano". Per il
presidedente dell'Ugai, Gaetano Romano, "si
tratta infatti di una riforma favorevole alle
gerarchie ordinistiche ma contro la base della
classe forense, i consumatori ed il sistema
produttivo italiano".
"La
controriforma forense -si legge in una nota-
pendente in Commissione Giustizia al Senato
della Repubblica, farebbe retroagire il sistema
professionale italiano, non solo al periodo
pre-liberalizzazioni degli ultimi anni, ma
contenutisticamente ad una fase addirittura
antecedente il fascismo, periodo a cui risale
l'ultima legge professionale".
"La
manifestazione -conclude Romano- si svolgera' in
forma statica in Piazza Navona, e non a mezzo
corteo, perche', per questa prima nostra
protesta pubblica contro la riforma, si e'
pensato di non arrecare disagi ai cittadini che
saranno nostri alleati interessati in questa
battaglia per bloccare la controriforma
forense".
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Sabato 28
novembre dalle ore 15.30 l'Unione dei Giovani
Avvocati Italiani (UGAI) ha organizzato una
manifestazione in Piazza Navona a Roma per
esprimere il proprio dissenso alla controriforma
forense. Si tratta infatti di una riforma
favorevole alle gerarchie ordinistiche ma contro
la base della classe forense, i consumatori ed il
sistema produttivo italiano.L'UGAI stima che
saranno circa 50.000 gli avvocati cancellati dagli
albi professionali a causa dell' illiberale
normativa sulla continuità professionale. Ciò
comporterà che gli avvocati a rischio
incardineranno cause, anche pretestuose, con
gravissimo danno per il sistema giustizia e per i
cittadini. Inoltre non è trascurabile il fatto che
si assisterà ad un aumento delle tariffe a causa
del diminuito numero di avvocati iscritti agli
albi.L'UGAI auspica la presenza alla
manifestazione di tutte le associazioni dei
consumatori perchè la controriforma forense mira a
scaricare sui consumatori e sulla base degli
avvocati i costi derivanti dalla necessità di dare
ancora più poteri a quei carrozzoni burocratici
chiamati "ordini professionali".
2009 -
redattore: VC
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Riforma
forense : avvocati e cittadini in piazza il 28
novembre
di staff
Sabato 28
novembre dalle ore 15.30 l’Unione dei Giovani
Avvocati Italiani ha organizzato una
manifestazione in Piazza Navona a Roma per dare la
possibilità ai cittadini ed agli avvocati di
esprimere pubblicamente il proprio no alla
controriforma forense."Si tratta infatti - secondo
il presidente UGAI, Gaetano Romano - di una
riforma favorevole alle gerarchie ordinistiche ma
contro la base della classe forense, i consumatori
ed il sistema produttivo italiano. Secondi i
calcoli fatti saranno circa 50.000 gli avvocati
cancellati dagli albi professionali a causa dell’
illiberale normativa sulla continuità
professionale. Gli avvocati a rischio
cancellazione dall’albo professionale per non
continuità professionale saranno indotti ad
incardinare cause, anche pretestuose, con
gravissimo danno per il sistema giustizia e per i
cittadini".Inoltre, commenta Romano, "Tutti gli
avvocati 'superstiti' all’interno degli albi
dovranno subire nuove balzelli ed incombenze che
renderanno quasi impossibile la libera professione
forense. Stesso discorso per il nuovo iter per
essere iscritti nei nuovi elenchi degli
specialisti caratterizzato da nuovi esami
professionali e nuove spese. Tutto ciò andrà a
ripercuotersi sulle tariffe applicate ai cittadini
dagli avvocati che dovranno pur trovare un modo
per resistere alle nuove insostenibili
incombenze".Nella riforma, lamenta l'UGAI, "e'
confermato anche il cosiddetto 'business' della
formazione a spese dei legali; dalla formazione
coattiva verranno esclusi anche i docenti ed i
politici (si va dai Parlamentari Europei agli
assessori). Il tutto a danno degli altri avvocati,
non rientranti in queste categorie, che
rimarrebbero gli unici a dovere sostenere i costi
- che ricadranno sui consumatori - e le perdite di
tempo per la formazione coattiva".Critiche anche
per l'abolizione dell’abilitazione automatica per
diventare cassazionista "voluta sostanzialmente
dal Consiglio Nazionale Forense composto solo da
avvocati già cassazionisti - risponde ad una
miopia gerontocratica che vede i giovani avvocati
bersagli predestinati della riforma", chiosa
Romano.I giovani avvocati UGAI hanno scelto una
manifestazione di piazza e non un corteo, perche'
- per la loro prima protesta pubblica - hanno
pensato "di non arrecare disagi ai cittadini che
saranno nostri alleati interessati in questa
battaglia per bloccare la controriforma forense".
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Da Guida al
Diritto online
UGAI: Il 28 novembre avvocati in piazza contro la
riforma
Giovani avvocati in piazza a Roma il prossimo 28
novembre. L'Ugai ha infatti annunciato
l'intenzione di manifestare contro i progetti di
riforma dell'ordinamento professionale che
risulterebbe favorevole solo "alle gerarchie
ordinistiche". Tra i punti maggiormente criticati
dall'Unione, c'è la regola della continuità
professionale basata su un reddito minimo, che
finirà per cancellare circa 50mila avvocati dagli
albi. Da rivedere anche la previsione dell'iter da
seguire per essere inclusi nei nuovi elenchi
specialisti, caratterizzato da nuove spese da
sostenere, che si prevede saranno sopportate
necessariamente anche dai cittadini. Poi,
l'obbligo di frequenza delle scuole di
specializzazione per le professioni legali,
imposto dalla riforma ai praticanti, renderà più
difficile il rapporto dei giovani aspiranti legali
con il proprio dominus, oltre che, anche in questo
caso, arrecare danni in termini di tempo e di
spese sia ai titolari degli studi che ai
neolaureati. L'appuntamento è per il 28 novembre a
Piazza Navona
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La
riforma forense dimentica i piccoli avvocati
da mondoprofessionisti.it
Gentilissimo Direttore, Nei giorni
scorsi,dopo aver letto un articolo sulla sua rivista
che parlava della riforma forense e della necessità
di una condivisione di tutte le parti,dopo un attimo
di riflessione ho sentito la necessità di
esternare,con un po’ di veemenza certamente i miei
sentimenti di delusione e anche di sconcerto. Mi
sento estranea a questo sistema,alle decisioni prese
dai quei rappresentanti dell'avvocatura che non
conoscono i veri problemi della "piccola
avvocatura". Sono lontani dalla nostra
quotidianità,dalle nostre problematiche. Esterno
tutto il mio rispetto per loro,ma sono distanti da
me... Sono distanti da noi... che non siamo titolari
di uno studio legale associato che non siamo
difensori di grandi aziende, grandi società, che non
rivestiamo la figura di fiduciari di compagnie
assicuratrici Noi siamo quelli che combattono
piccole battaglie legali quotidiane quelli che hanno
dovuto lottare per conquistare un'illusoria
autonomia quelli che dopo 15 anni di
lotte....pensano di aver sbagliato tutto ... Perché
secondo questo progetto di legge ... Sei avvocato
solo se hai un reddito....elevato! Non conta nulla
il tuo rigore morale il rispetto per la professione,
per i clienti, per colleghi..... mi chiedo una
cosa.... Ma chi la condivide...la riforma della
professione? noi piccoli avvocati ......quelli che
hanno studiato una vita..con passione.... che hanno
svolgo la pratica facendosi sfruttare come schiavi
dal maestro di turno, che dopo anni di gavetta si
sono affrancati dallo schiavismo della casta
professionale che hanno aperto una partita iva, che
hanno condiviso con altri colleghi affrancati un
piccolo studio iscritti nell'elenco dei difensori di
ufficio non schierati politicamente non rientranti
nella lista dei notabili di turno dei figli di ...
non rientranti nella lista degli avvocati per
discendenza che spadroneggiano in tutte le città di
Italia.
Avv. Angela Spani - Faenza
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L'Ugai in piazza il 28 novembre
contro la riforma della professione
Sabato 28 novembre, dalle ore 15.30, l’Unione dei
Giovani Avvocati Italiani (Ugai) ha organizzato una
manifestazione a Roma, in piazza Navona, per dare la
possibilità a semplici cittadini ed avvocati di
esprimere il proprio “no” alla riforma forense.L'Ugai
valuta infatti la riforma – definita “controriforma”
- come strumento di tutela delle gerarchie
ordinistiche, contrario all'interesse della base
della classe forense, dei consumatori e del sistema
produttivo italiano.“La controriforma forense – si
legge nel comunicato dei Giovani Avvocati – farà
retroagire l’assetto professionale italiano
addirittura a prima del periodo fascista, con
ripercussioni, a livello di competitività, non solo
sulle law firms italiane ma anche sui piccoli e medi
studi legali italiani”.
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POL - Giustizia, il 28/11 giovani avvocati in piazza
contro riforma Alfano
Roma, 12 nov
(Velino) - “Sabato 28 novembre dalle 15.30 l’Unione
dei giovani avvocati italiani ha organizzato una
manifestazione in piazza Navona a Roma per dare la
possibilità ai cittadini e agli avvocati di
esprimere pu.....
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Pagina 36 (3 ottobre 2009) - Corriere della
Sera
La lente
Avvocati in formazione continua, politici
esclusi
Il primo settembre del 2007 per gli
avvocati è diventata obbligatoria la formazione
continua. Tutti i professionisti iscritti all' Albo
devono partecipare a quelli che sono definiti eventi
di formazione per non incorrere in un illecito
disciplinare. Il regolamento approvato dal Consiglio
nazionale forense, si è tradotto in un costo
soprattutto per i giovani avvocati, considerato che
i corsi e seminari gratuiti organizzati da Ordine e
associazioni professionali risultano del tutto
insufficienti. Quindi per aggiornarsi bisogna
pagare. Attualmente è in discussione alla
commissione giustizia del Senato il disegno di legge
per la riforma dell' ordine: all' articolo 10 si
ribadisce l' obbligatorietà della formazione
continua per tutti gli avvocati, tranne alcuni. Ad
essere esentati dal controllo dell' obbligo di
formazione continua ci sono «gli avvocati membri del
Parlamento nazionale ed europeo, i consiglieri
regionali; i presidenti di provincia e gli assessori
provinciali; i sindaci e gli assessori di comuni con
popolazione superiore a centomila abitanti». Come
dire: per i politici in toga la preparazione può
essere un optional. Isidoro Trovato
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Corriere della Sera
(Economia) 21/9/09 pag 2
Lo
speciale balzello dei corsi di formazione per i
giovani in toga Dal primo settembre del 2007 tutti gli
avvocati hanno l'obbligo alla formazione continua.
Qualsiasi
professionista iscritto all'Albo o praticante
abilitato al patrocinio ha il dovere
deontologico di
aggiornare la propria preparazione professionale. Per
farlo, devepartecipare
ai cosiddetti «eventi di formazione» e raggiungere nel
corso del triennio 90
crediti formativi,
altrimenti incorre in un illecito disciplinare. È
quanto prevede il
regolamento approvato
dal Consiglio Nazionale Forense. La norma di fatto
introduce un
costo che grava
soprattutto sui giovani avvocati. Questo perché, anche
se esistono corsi e
seminari gratuiti
organizzati da Ordini e associazioni professionali, il
numero di avvocati è
così alto che i corsi
non possono coprire l'esigenza della categoria. Per
esempio, un corso
che dà diritto a 20
crediti costa in media 500 euro più Iva, ma esistono
Master che arrivano
a costare anche 5mila
euro. «Il nostro regolamento - precisa Nicola Bianchi,
coordinatore
della commissione per
l'assegnazione dei crediti formativi del Cnf prevede
che la
formazione fatta
dagli ordini professionali e dalle associazioni
forensi sia gratuita.A
noi risulta che l'offerta formativa sia sufficiente».
Ma era proprio necessario introdurre
l'obbligo? «In Italia
gli avvocati sono stati gli ultimi professionisti ad
avere il dovere alla
formazione continua
che è obbligatoria in tutto il mondo».
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I GRUPPI SU FACEBOOK CONTRO LA
RIFORMA
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CON RIFORMA FORENSE ALFANO PIU'
RIGORE CON AVVOCATI D'UFFICIO (NON PAGATI)
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Questa riforma Alfano , per noi
FAVOREVOLE ALLE GERARCHIE ORDINISTICHE ma CONTRARIA
ALLA BASE DELL'AVVOCATURA , è supportata oltre che
dal Consiglio Nazionale Forense, anche da alcune
associazioni forensi (UCPI,OUA,Camere Civili,AIGA).Sono
già partiti in poche settimane migliaia di fax dai
Colleghi di tutta Italia, ma è necessario
implementare ancora di più la protesta anche con
l'aiuto ,se possibile, di questo gruppo.Vi invitiamo
quindi ,non solo ad inviare, ma anche a sollecitare
, non solo ovviamente gli altri Colleghi , ma anche
i Vostri familiari, parenti, amici, conoscenti a
solidarizzare con la nostra protesta e quindi ad
inviare quanti più fax possibili
Vi invitiamo quindi ,non solo ad
inviare, ma anche a sollecitare , non solo
ovviamente gli altri Colleghi , ma anche i Vostri
familiari, parenti, amici, conoscenti a
solidarizzare con la nostra protesta e quindi ad
inviare quanti più fax (anche dai luoghi
professionali, da casa etc).
Per chi non possedesse un suo fax
,ovviamente è possibile inviarli da negozi per invio
fax,cartolerie, centri telecom etc.
Inviare e far inviare in primo
luogo i fax di protesta al numero 06 6791131 (uno
dei fax diretti del Presidente del Consiglio On.
Silvio Berlusconi).
In aggiunta, ma dopo quelli inviati
al Premier, è possibile inviare i fax allo
06.68897951 (uno dei fax del Ministro della
Giustizia On. Angelino Alfano)
Tutti fax con questo oggetto ed
eguale contenuto
Oggetto
:Uniti contro qualunque riforma forense
Alla C.A.
Ill.mo Presidente del Consiglio On. Silvio
Berlusconi
Preg.mo
Ministro della Giustizia On. Angelino Alfano
Contenuto: Con il presente fax esprimo la mia più
totale avversione per qualunque riforma della
professione di avvocato
Distinti
Saluti
Nome e cognome.......
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In aggiunta ai fax di cui sopra inviare e far
inviare un fax al numero 06 67063660 (Commissione
Giustizia del Senato) ed al numero 06 6795350
(Commissione Giustizia della Camera)
con questo oggetto ed eguale
contenuto
Oggetto :Uniti contro qualunque
riforma forense
Alla C.A. Ill.mi Componenti Commissione Giustizia
Contenuto: Con il presente fax
esprimo la mia più totale avversione per qualunque
riforma forense
Distinti Saluti
Nome e cognome.......
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GIUSTIZIA:UNIONE
GIOVANI AVVOCATI,RIFORMA FORENSE ILLIBERALE
(ANSA) - ROMA, 21 LUG - 'Un tentativo illiberale di
riforma della professione forense, un provvedimento a
tutto vantaggio delle gerarchie ordinistiche e contro
gli avvocati': e' il giudizio sulla riforma forense all'
esame del Senato espresso da Gaetano Romano, presidente
dell'Unione Giovani Avvocati Italiani, in un intervista
a
http://www.facebook.com/l/;Libertiamo. it, rivista
on-line dell' associazione omonima presieduta dal
deputato del Pdl Benedetto Della Vedova.'Non c'e' da
criticare solo la maggioranza, ma tutti i partiti -
osserva Romano -. Anche il Pd sta contribuendo ad un
provvedimento che cancellera' le misure pro-concorrenza
della legge Bersani. Tra i nostri iscritti
all'associazione ci sono sicuramente elettori del Pd:
consiglieremo loro di sostenere Bersani e non
Franceschini, un avvocato cassazionista che si sta
disinteressando di quanto sta avvenendo al Senato'.Il
presidente dell' Ugai critica anche il Pdl, che 'sta
accettando miopisticamente il tentativo di riforma: Non
so in quale paese democratico il Parlamento si farebbe
dettare la riforma da un'organizzazione come il
Consiglio Nazionale Forense. Eppure e' proprio quanto
sta avvenendo'. (ANSA).
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"Persino il Ministro Alfano -
forse con un minimo di pudicizia politica - ha bloccato
ieri la riforma forense, favorevole alle gerachie
ordinistiche, e contro la base della classe forense", lo
ha dichiarato ieri l'avv. Gaetano Romano, presidente
dell'Unione Giovani Avvocati Italiani, aggiungendo: "Siamo
fieri di essere stati gli unici a non avere contribuito in
alcun modo a redigere questa proposta di controriforma
forense, supportata da enti istituzionali ed
associazionistici forensi, che non riconosciamo da anni
come nostri interlocutori." Nello specifico, spiega
Romano, si vuole confermare innanzitutto il cd "business"
della formazione coattiva ,a spese dei legali ,che tanto
dissenso sta determinando nella base degli avvocati
italiani, e che ha portato l'Ordine di Roma a rendere
sostanzialmente non obbligatoria la formazione ove non se
ne possa garantire la gratuità. "Nel comitato ristretto
parlamentare - composto principalmente da avvocati
cassazionisti - e' stata aggiunta una invereconda
'chicca', ovvero l'esenzione ex art 10 comma 2 dalla
formazione coattiva per avvocati che patrocinano innanzi
alle supreme corti, per i docenti e per i politici (si va
dai Parlamentari Europei agli assessori!)" denuncia Romano
"Il tutto a danno dei giovani avvocati che rimarrebbero
gli unici a dovere sostenere i costi - che ricadranno sui
consumatori - e le perdite di tempo per la formazione
coattiva. Indegne della Repubblica italiana - fondata sul
diritto al lavoro - le richieste di cancellazione
dall'albo degli avvocati per asserita mancata continuità
professionale". Inoltre "L'abolizione dell'abilitazione
automatica per diventare cassazionista - voluta
sostanzialmente dal Consiglio Nazionale Forense composto
solo da avvocati già cassazionisti - risponde ad una
miopia gerontocratica che vede i giovani avvocati quali
unici bersagli predestinati della riforma - nota il
presidente. L'iter per diventare specialista e
l'assicurazione civile obbligatoria rappresentano
rispettivamente perdite di tempo ed inedite spese per gli
avvocati, la cui professione viene così burocratizzata ed
il cui esercizio viene reso oltremodo oneroso. In ultimo,
il Consiglio Nazionale Forense - invece di inserire delle
legittime quote fisse di salvaguardia per le donne
avvocato, inesistenti, al proprio interno - ha ritenuto di
richiedere vergognosamente l'ultrattività del proprio
organismo e di quelli territoriali (art. 64 comma 2).
Crediamo che sia doveroso che ,chi ha sollecitato questa
controriforma, si sottoponga al giudizio della base degli
avvocati per le elezioni forensi di inizio 2010".In
ultimo, l'UGAI sottolinea "come l'iter di discussione in
Commissione Giustizia del Senato della Repubblica Italiana
sia stato degno quasi di una 'Camera dei Fasci e delle
Corporazioni' degli anni 2000, attesa che è stata
invertita la prassi di una democrazia parlamentare di
chiamare in audizione, enti asseritamente rappresentativi
della categoria forense, solo dopo la redazione
endoparlamentare di un progetto di legge. E' avvenuto per
converso che sia stata delegata prima all' organo oggetto
della riforma - paradossalmente proprio il Consiglio
Nazionale Forense - la stesura di un progetto di legge per
poi introdurre ulteriori elementi parlamentari
peggiorativi di una riforma medievale".
“Un
tentativo illiberale di riforma della professione forense,
un provvedimento a tutto vantaggio delle gerarchie
ordinistiche e contro gli avvocati”. E’ molto netto
Gaetano Romano, presidente dell’Unione Giovani Avvocati
Italiani, promotore di una protesta a suon di fax contro
il progetto di riforma della professione forense in
discussione al Senato.Per Romano “non c’è da criticare
solo la maggioranza, ma tutti i partiti”, se – come pare –
il progetto di riforma raccoglie ampi consensi
trasversali. “Anche il Pd sta contribuendo ad un
provvedimento che cancellerà le misure pro-concorrenza
della legge Bersani. Tra i nostri iscritti
all’associazione ci sono sicuramente elettori del Partito
Democratico: consiglieremo loro di sostenere Bersani e non
Franceschini, un avvocato cassazionista che si sta
disinteressando a quanto sta avvenendo al Senato”.Se
Sparta piange, Atene non ride: il Pd sarà connivente della
“controriforma”, ma è il Pdl che la sta accettando
miopisticamente. “Non so in quale paese democratico –
commenta ancora Romano – il Parlamento si farebbe dettare
la riforma da un’organizzazione come il Consiglio
Nazionale Forense. Eppure è proprio quanto sta
avvenendo”.All’avvocato Romano chiediamo qualche
considerazione specifica sul testo in discussione. “Nella
prima versione, c’era il parametro del reddito minimo per
restare avvocato. Ora c’è la previsione di un decreto
ministeriale con il quale il CNF sarà autorizzato ad
individuare i criteri per valutare se un iscritto
all’Ordine sta svolgendo l’attività professionale o meno”.
Una versione molto pasticciata di studi di settore,
insomma. “Già. Dove è finita la libertà di scegliere se e
quanto esercitare la professione?”. Romano sottolinea una
chicca non da poco: “Prevedono la formazione professionale
continua, noi la definiamo “coattiva”, corsi obbligatori
per tutti gli avvocati eccezion fatta per i cassazionisti,
i docenti universitari e gli avvocati politici, siano
ministri, parlamentari o persino sindaci!”. Insomma,
Ghedini e Franceschini non hanno di che preoccuparsi. “Ma
la formazione non dovrebbe essere una libera scelta del
professionista per restare competitivo sul
mercato?”.Sull’accesso alla professione – continua Romano
– si sta realizzando un disastro: un test per poter
iniziare il praticantato, scuole professionali
obbligatorie a pagamento, un altro test per potere
accedere all’esame di Stato! In quale paese d’Europa si
costringe un laureato in giurisprudenza a tutto questo?”.
Le parole di Gaetano Romano richiamano alla mente le
storie (sempre più frequenti) di giovani italiani che
scelgono la Spagna per diventare avvocati, per poi
esercitare la professione nel nostro paese. Tutto
legittimo e, a questo punto, quasi consigliabile.Parlando
di Spagna chiediamo a Romano di dire la sua sulla
questione dei “troppi avvocati”, spesso sollevata per
richiamare la necessità di una maggiore severità nei
criteri di accesso alla professione: “Non c’è uno straccio
di cifra ufficiale. Il CNF parla di 213mila, ma in assenza
di un Albo Ufficiale la cifra è azzardata. Se partiamo dal
dato Censis del 2006, 153mila avvocati, e sommiamo i circa
15mila abilitati per sessione, avremmo circa 180mila
professionisti. Ma dovremmo togliere decessi e
pensionamenti”. Si dice sempre che a Roma ci sono gli
stessi avvocati della Francia. Ma da tempo Romano
ribadisce che il caso francese è un’eccezione europea: in
Spagna sono 160mila (con una popolazione che è pari ai due
terzi di quella italiana), in Germania
150mila.Sull’esistenza di una eventuale correlazione tra
il numero di avvocati e l’aumento del contenzioso
processuale, Romano rimanda alle considerazioni di Daniela
Marchesi su lavoce.info, secondo cui “il fatto che si
rilevi una correlazione tra numero dei processi e numero
degli avvocati non dà indicazioni chiare sulle relazioni
di causalità tra i due fenomeni”.Insomma, parlare con
Romano sembra come incontrare un orso bianco in mezzo al
deserto: un avvocato che chiede a gran voce, nel settore
in cui lavora, più concorrenza, più mercato, più
riferimento al merito professionale e meno corporativismo.
Aria fresca.L’UGAI parteciperà all’incontro di
presentazione del disegno di legge “Per aprire le
professioni”, promosso da Libertiamo, con l’obiettivo
dichiarato di contrastare con forza la controriforma in
atto. “Qui non c’è da proporre emendamenti correttivi, c’è
da presentare una versione completamente diversa delle
cose”. Una diversa visione del mondo, ci verrebbe da dire.
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COMUNICATO STAMPA
“FIERI DI NON AVERE CONTRIBUITO A REDIGERE UNA RIFORMA
PUNITIVA NEI CONFRONTI DELLA BASE DELLA CLASSE FORENSE; I
FATTI CI DANNO RAGIONE”
“Persino il Ministro Alfano - forse con un minimo di
pudicizia politica - ha bloccato ieri la riforma forense
,favorevole alle gerachie ordinistiche, e contro la base
della classe forense. Siamo fieri di essere stati gli
unici a non avere contribuito in alcun modo a redigere
questa proposta di controriforma forense, supportata da
enti istituzionali ed associazionistici forensi, che non
riconosciamo da anni come nostri interlocutori.” Nello
specifico si vuole confermare innanzitutto il cd
“business” della formazione coattiva ,a spese dei legali
,che tanto dissenso sta determinando nella base degli
avvocati italiani, e che ha portato l’Ordine di Roma a
rendere sostanzialmente non obbligatoria la formazione ove
non se ne possa garantire la gratuità. Nel comitato
ristretto parlamentare - composto principalmente da
avvocati cassazionisti – e’ stata aggiunta una invereconda
“chicca” , ovvero l’esenzione ex art 10 comma 2 dalla
formazione coattiva per avvocati che patrocinano innanzi
alle supreme corti, per i docenti e per i politici (si va
dai Parlamentari Europei agli assessori!). Il tutto a
danno dei giovani avvocati che rimarrebbero gli unici a
dovere sostenere i costi - che ricadranno sui consumatori
- e le perdite di tempo per la formazione coattiva.Indegne
della Repubblica italiana - fondata sul diritto al lavoro
- le richieste di cancellazione dall’albo degli avvocati
per asserita mancata continuità professionale.L’abolizione
dell’abilitazione automatica per diventare cassazionista -
voluta sostanzialmente dal Consiglio Nazionale Forense
composto solo da avvocati già cassazionisti - risponde ad
una miopia gerontocratica che vede i giovani avvocati
quali unici bersagli predestinati della riforma. L’iter
per diventare specialista e l’assicurazione civile
obbligatoria rappresentano rispettivamente perdite di
tempo ed inedite spese per gli avvocati, la cui
professione viene così burocratizzata ed il cui esercizio
viene reso oltremodo oneroso.In ultimo, il Consiglio
Nazionale Forense - invece di inserire delle legittime
quote fisse di salvaguardia per le donne avvocato,
inesistenti, al proprio interno – ha ritenuto di
richiedere vergognosamente l’ultrattività del proprio
organismo e di quelli territoriali (art. 64 comma
2).Crediamo che sia doveroso che ,chi ha sollecitato
questa controriforma, si sottoponga al giudizio della base
degli avvocati per le elezioni forensi di inizio 2010.In
ultimo intendiamo sottolineare come l’iter di discussione
in Commissione Giustizia del Senato della Repubblica
Italiana sia stato degno quasi di una “Camera dei Fasci e
delle Corporazioni” degli anni 2000 , attesa che è stata
invertita la prassi di una democrazia parlamentare di
chiamare in audizione ,enti asseritamente rappresentativi
della categoria forense, solo dopo la redazione
endoparlamentare di un progetto di legge. E’ avvenuto per
converso che sia stata delegata prima all’ organo oggetto
della riforma - paradossalmente proprio il Consiglio
Nazionale Forense - la stesura di un progetto di legge per
poi introdurre ulteriori elementi parlamentari
peggiorativi di una riforma medievale.
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Editoriale per GUIDA AL DIRITTO
Il Governo nazionale -
sollecitato dal Consiglio Nazionale Forense
e da alcune associazioni forensi - sembra
intenzionato a porre mano alla riforma
dell’ordinamento professionale forense. Noi
,giovani avvocati, riteniamo deleteria
questa proposta promanante ,in particolare,
dagli esponenti dell’avvocatura
cassazionista. Non è infatti ,in favore
degli avvocati, la previsione della
formazione coattiva che tanto grava, quasi
ovunque, in termini di esborso economico e
di sottrazione di tempo all’attività
professionale di ciascun professionista. Non
è nell’interesse dei giovani avvocati, che i
componenti del CNF – già tutti cassazionisti
- chiedano l’abolizione dell’ attuale
sistema di abilitazione automatica al
patrocinio in Cassazione dopo un certo
numero di anni di anzianità professionale.
Non è nell’interesse della base degli
avvocati introdurre l’assicurazione civile
obbligatoria , che aprirebbe il varco ad un
aumento vorticoso di cause, magari
pretestuose, per responsabilità
professionale dei legali (come già avviene
per i medici). Da ricusare altresì la
tenuta, presso gli ordini, di elenchi degli
avvocati specialisti , nonché la facoltà
per il CNF di determinare il livello ,non
solo dei contributi annuali obbligatori a
carico dei cassazionisti, ma anche quelli
degli avvocati iscritti negli altri albi ed
elenchi. Parimenti da stigmatizzare la
possibilità , per gli Ordini locali, di
cancellare gli avvocati che ,persino con una
media anzianità professionale, non
raggiungendo un reddito minimo
prestabilito, non verrebbero magari ritenuti
esercitanti la professione con continuità.
Costoro - al fine di evitare la
cancellazione d’ ufficio – contribuirebbero
ad una progressiva corsa all'accaparramento
di clientela con un aumento esponenziale del
contenzioso processuale. Gli ordini locali
poi - con la controriforma - avrebbero il
non invidiabile mandato di tramutarsi quasi
in “controllori fiscali” - d’intesa con gli
uffici finanziari – circa i redditi
professionali (anche al di sotto di un
minimo) degli iscritti. Ci stupiamo che la
maggior parte degli ordini locali abbia
avallato un progetto che decreterà ,assai
probabilmente, la riduzione quasi totale del
proprio spazio d’azione. La proposta ,onusta
di richiami a “regolamenti” emanandi dal
Consiglio Nazionale Forense, si denota
infatti per un’ impostazione autoritaria ed
accentratrice; si va dal potere ispettivo
del CNF in relazione ai procedimenti
disciplinari locali agli iscritti, fino
addirittura ai “commissari” ,inviati presso
gli ordini territoriali, per ovviare alle
eventuali omesse revisioni degli albi
finalizzate anche alle cancellazioni
coattive degli avvocati per reddito ritenuto
troppo basso. Spiace che gli ordini locali
non abbiano saputo o voluto - innanzi al
C.N.F - difendere gli interessi dei propri
rappresentati. Dato per assodato che il
Consiglio Nazionale Forense dovrebbe in
teoria rappresentare anche i giovani
avvocati e le donne, e che invece è composto
solo da avvocati cassazionisti e - unico
caso nel continente europeo - da 26
componenti tutti di sesso maschile , ci
siamo chiesti che tipo di rappresentatività
abbiano gli ordini locali. Dai dati raccolti
dall’ Unione Giovani Avvocati Italiani
,pubblicati sulla stampa nazionale, risulta
che ,su un campione di circa 80.000 avvocati
di Ordini di tutte le dimensioni ed aree
geografiche, la percentuale nazionale di
votanti alle elezioni per il rinnovo degli
ordini locali 2008 è stata inferiore al 45%
.Nei due più grossi fori italiani la
percentuale scende clamorosamente al 32%
(Roma) ed al 33% (Milano).La mancanza di
rappresentatività degli ordini locali non
giustifica ,a nostro parere,
l’accondiscendenza al quasi “funerale” della
propria autonomia istituzionale e
gestionale, decretato dalla proposta del CNF
.Organismo, il CNF, i cui componenti,
ricordiamo, non sono votati direttamente
dalla base degli avvocati. Ma quale tipo di
legittimazione avrebbero quelle associazioni
,che hanno avallato la proposta di riforma,
e che hanno ritenuto di richiedere di
essere riconosciute dal cd Congresso
Nazionale Forense (pagato dalla base degli
avvocati) ? I giovani avvocati si sono
adoperati per verificare il mai controllato
indice di partecipazione degli avvocati alle
elezioni per votare - presso i vari Fori
italiani - i cd delegati congressuali. Tra i
pochi siti internet degli ordini locali
forensi che hanno pubblicato i dati relativi
agli avvocati votanti ci sono Milano e
Bologna (che ospitava il Congresso) ;
ebbene, in questi due Fori hanno votato
ufficialmente rispettivamente addirittura
meno del 6% e del 4% degli aventi diritto al
voto. Siamo ben consapevoli che,
presumibilmente, le percentuali negli altri
Fori non siano dissimili. Alla luce di tutto
ciò, sarebbe più opportuno convocare un
referendum tra gli avvocati, per verificare
il grado di contrarietà alla proposta di
riforma che graverà giustappunto sulla base
della classe forense. Completando l’analisi
della proposta di controriforma del C.N.F.
si nota la previsione di un accesso alla
professione inutilmente farraginoso ed
improponibile, perchè, se da una parte
renderà quasi impossibile il superamento
dell’esame, dall’altra non apporterà alcun
beneficio a chi è già avvocato, essendo i
neoavvocati, per tanti anni, quasi “innocui”
sul piano della concorrenzialità
professionale. Altra efficacia immediata
avrebbe avuto , in favore dei giovani
avvocati, la previsione del prepensionamento
per gli avvocati ultrasessantacinquenni in
modo tale da liberare la gran parte del
contenzioso processuale. Negativa ,in
particolare, la previsione delle scuole
forensi a pagamento che graveranno ,in
termini di perdite di tempo e di danaro, sui
praticanti avvocati, nonché sugli studi
legali che avranno a disposizione - solo
part time - i giovani colleghi. Manca
colpevolmente nella proposta, la previsione
della partecipazione alle società
professionali da parte dei soci di mero
capitale, la qual cosa invece garantirebbe
non solo di ampliare la struttura degli
studi professionali, ma di dare occupazione
e sostegno economico ad un maggior numero di
giovani avvocati. L’eventuale mancanza di
indipendenza e di autonomia dell’avvocato
,rispetto a chi apporterebbe il capitale
esterno, è una favola a cui non crede più
nessuno, anche perché lo stesso discorso si
potrebbe obiettare per quegli studi legali
che vivono sulla base di “pratiche” ricevute
per amicizie politico-elettorali. Per
fortuna è già stata abolita quella norma
voluta dal regime fascista che era atta ad
impedire la mera associazione tra
professionisti ,vista come possibile
strumento ,per gli avvocati ebrei cancellati
dall’albo, di esercitare in modo
“mascherato” la professione. In quel
contesto è purtroppo storicamente provato -
come i giovani avvocati italiani hanno
ricordato nel “Giorno della Memoria” - che
il Consiglio Superiore Forense non esitò a
rigettare con una “decisione - standard” ed
in un’unica serie di sedute tra il 17 ed il
19 dicembre 1940 – i ricorsi disperati degli
avvocati ebrei avverso le invereconde
cancellazioni dall’ albo ordinario a seguito
della famigerata legge razziale n. 1054/39.
Anche la parte della controriforma
riguardante la pubblicità ,le tariffe e il
patto di quota lite è da ritenersi
anacronistica perché reintrodurrebbe
l’impossibilità ,per gli avvocati che lo
volessero, di usufruire,in modo facoltativo,
degli strumenti concessi della Legge
Bersani. Paradossalmente, ad esempio, la
proposta ripristinerebbe il divieto di patto
di quota lite che era previsto dal codice
civile per evitare che gli avvocati
potessero guadagnare grosse cifre, ben più
del normale tariffario, dai contenziosi
processuali. Mutuando alcune dichiarazioni
,rese da uno dei due VicePresidenti Ugai ,
Manuela Mongili, in un’ intervista
all’interno del rapporto "Urge ricambio
generazionale" voluto dal CNEL ed edito da "Rubbettino",
riteniamo che “l’avvocato giovane deve
trovare quelle condizioni che soddisfano sia
il cliente che l’avvocato, ma in un momento
di crisi come questo è utopico pensare di
potersi vincolare a una tariffa”. Su questi
(ed altri) punti ,nelle scorse settimane, è
intervenuto l’Antitrust che sostanzialmente
ci ha dato ragione su molti punti della
segnalazione presentata nel marzo 2007.
Siamo rimasti invece perplessi dal fatto che
,le nostre richieste contro la formazione
coattiva a spese degli avvocati, non siano
state recepite all’interno dell’ indagine
conoscitiva dell’ AGCM, specie alla luce del
fatto che anche i grandi media di massa se
ne stanno occupando. Dovrebbero fare infatti
riflettere le recenti dichiarazioni del
Presidente di Altroconsumo, Avvocato
Martinelli, sul “Magazine” del Corriere
della Sera del 05.03.2009 secondo cui “si è
creato un mercato della formazione. Un
business, non c’è dubbio. Ci sono avvocati
che si sono messi a fare questo di
mestiere”. Secondo i calcoli indicati ,
nello stesso articolo, dal giornalista
Agostino Gramigna, sarebbe di “100 milioni
di euro il potenziale giro d’affari della
formazione”. Non sarebbe l’ ora che gli
altri ordini locali seguissero l’esempio
dell’Ordine degli avvocati di Roma che ha
sostanzialmente reso facoltativa - ove non
sia possibile garantirne la gratuità - la
formazione per i propri iscritti?
Gaetano Romano
Presidente
Unione Giovani Avvocati Italiani
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Avvocati divisi sulle riserve
13/11/2009 da Il Sole 24 Ore
Riforma forense. Vertici e rappresentanze
replicano all’appello di 12 associazioni
imprenditoriali
Per
Cnf e Oua giusta l’esclusiva sulla
consulenza rivolta a terzi
Divisi alla meta. All’indomani
dell’iniziativa delle 12 associazioni
imprenditoriali contro le esclusive (si veda
«Il Sole 24 Ore» di ieri), gli avvocati
replicano portando in superficie visioni di
fondo non sempre in sintonia. Da un lato Oua
(Organismo unitario dell’avvocatura) e
Consiglio nazionale forense, in mezzo l’Anf
(Associazione forense), agli antipodi i
giovani avvocati dell’Ugai. Di «equivoco»
parla il presidente del Cnf, Guido Alpa,
secondo lui l’attacco all’ipotesi di riforma
ha presupposti sbagliati: «La riserva di
consulenza si intende solo quando è rivolta
a terzi — dice Alpa — cioè come servizio
esterno. In questa ipotesi riteniamo sia
giusto garantire l’assistenza di
professionisti iscritti, avvocati, notai
commercialisti e altri. Invece nulla cambia
per le associazioni che, nel testo attuale,
potranno continuare a svolgere consulenza
“interna” nei confronti dei propri
associati». Ferma, al contrario, la
posizione sulla rappresentanza nei giudizi
davanti alla Pa e alle autorità
indipendenti, in arbitrati, mediazioni e
conciliazioni «Qui c’è una questione di
qualità del servizio — sostiene il
presidente del Cnf— e di responsabilità
civile e deontologica, che può essere
garantita solo dalla sorveglianza degli
ordini sui propri iscritti». Mentre sul
limite temporale dei 5 anni per l’iscrizione
all’Albo (che penalizzerebbe i giuristi
d’impresa), il Cnf tiene la porta aperta a
una riflessione: «Tuttavia — aggiunge Alpa —
c’è il problema oggettivo e non semplice
della conciliabilità della professione con
lo status di dipendente». «Non è vero che
l’Europa esclude la consulenza legale
esclusiva. Anzi, dalla direttiva Bolkestein
emerge espressamente il contrario», dice
Maurizio de Tilla, presidente dell!Oua, che
parla di«un ingiustificato attacco a una
categoria che conosce, senza sgravi fiscali
e aiuti di stato, le leggi del mercato, che
si confronta con la competitività, pur con
una legge professionale vecchia di più di 80
anni. Eppure alla vigilia di una riforma
finalmente condivisa si lancia un’in- cauta
iniziativa in grande scala per contrastare
il percorso parlamentare del ddl all’esame
del Senato». Quanto all’iscrizione all’albo
per de Tilla «si deve fissare il limite dei
50 anni d’età e possedere il certificato di
abilitazione entro 5 anni, con possibili
deroghe. Serve poi continuità ed effettività
nell’esercizio,e l’applicazione dei criteri
stabiliti dalla Cassa forense». Più tiepida
la posizione dell’Associazione forense: «Non
ci faremo uccidere per difendere la riserva
di consulenza — dice il segretario Ester
Perifano — piuttosto chiediamo un
allargamento delle competenze, attribuite ad
altre professioni, cioè un’estensione delle
esclusive specialistiche. Quanto al limite
temporale di iscrizione, è un tema
impopolare ma che va affrontato. Noi a
differenza di altri non siamo contrari
all’avvocato/dipendente, ma solo dentro gli
studi legai così tra l’altro si
regolarizzerebbero situazioni che gridano
vendetta, e ormai diffusissime anche in
provincia». «Tutta la riforma è da
respingere — dice invece Giuseppe Romano,
presidente dei giovani avvocati Ugai — serve
una liberalizzazione totale con
l’abrogazione dell’Ordine, sia il mercato a
selezionare. Sì all’avvocato dipendente, e
gli studi/imprese si iscrivano alle
associazioni imprenditoriali che
preferiscono». Alessandro Galimberti
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-INTERVISTA
UGAI SU RADIO 24 NELLA TRASMISSIONE "UN ABUSO AL
GIORNO LEVA IL CODICE D'INTORNO"
Potete
ascoltare la trasmissione del 10.07.2009 in
streaming a questo link
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Il 7 Maggio 2009 intervento dell'
UGAI ore 11.30-11-45 su "NUOVA SPAZIO
RADIO"
http://www.elleradio.it/ in
merito alle code vergognose per le
notifiche a Roma
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L' UGAI E' STATA
INVITATA FORMALMENTE DAL "JUNIOR LAWYERS DIVISION OF
THE LAW SOCIETY OF ENGLAND & WALES" ALL' "
INTERNATIONAL WEEKEND A LONDRA 25/26 SETTEMBRE
2009"
Trattasi dell'associazione ufficiale dei Giovani
Avvocati del " Bar Council of England and Wales"
(l'associazione dei giovani avvocati ufficiale
britannica).L'organizzazione è affidata anche
all' European Young BarAssociation che è
l'associazione che riunisce i giovani avvocati in
Europa.
Di seguito l'invito
pervenutoci
Dear Colleagues,
International Weekend is a conference and networking
event which has been running for over 50 years and
the Junior Lawyers Division of the Law Society of
England and Wales ('JLD') is delighted to announce
that the event is now part of the JLD Events
Calendar and would like to invite you to this
renowned event.This year's International Weekend
will be held on Friday 25 and Saturday 26 September
2009 at The Law Society and other venues part of the
legal sector across London and will be held in
association with the Young Barristers Committee of
The Bar Council of England & Wales, the European
Young Bar Association and the London Young Lawyers
Group.International Weekend is renowned for
providing an opportunity for young lawyers from all
over the world to enjoy the best that legal London
has to offer and this year we have developed an
excellent programme which we hope will be of
interest. The registration fee for all events is
£125 inc VAT or €145 inc VAT.
The aim is to equip young lawyers from all over the
world with relevant key knowledge and practical
skills training skills to execute their career
objectives, develop new skills, hone their existing
skills, enhance their management potential and
create lasting connections with their peers from
other countries.Highlights of the event include:-
Welcome drinks on
Thursday 24th September hosted by the London Young
Lawyers Group at a trendy City bar
Registration at the Law Society with a welcome from
Robert Heslett, the President of the Law Society
Lectures on international human rights law and
stress management
A bus tour through London on a traditional red
double decker bus
Guided visit to the Houses of Parliament
Visits to a number of leading commercial barristers
chambers
Reception at Lincoln Inn's hosted by the Young
Barristers Committee
Pub Quiz and dinner in a traditional English Pub on
London's famous Fleet Street
Training sessions on how to qualify as a solictor in
England and Wales, on communication skills,
management skills, persuasion skills and personal
branding skills
A flavour map whisky tasting session
Reception and dinner dance in the UnderGlobe at
Shakespeare's Globe Theatre on the Thames South Bank
Numerous networking opportunities with local and
international lawyers
Full details of the programme can be seen by
clicking the following link:-
http://juniorlawyers.lawsociety.org.uk/international-weekend-2009
or
http://www.eyba.org/article.asp?TID=44&ArticleID=10429&SID=0
A booking form is
attached for your convenience and please note that
tickets are limited and will be allocated on a first
come and first served basis.
We look forward to welcoming you to London this
September!
If you have any queries, please do not hesitate to
contact us.
Kind regards
Junior Lawyers Division of the Law Society of
England & Wales
Young Barristers Committee of the Bar Council of
England and Wales
European Young Bar Association
London Young Lawyers Group
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