«Presto
riuniremo il nostro ufficio legale per valutare se
ci sono gli estremi per un intervento al Tar».
E’ la posizione dell’Anpa, l’associazione
nazionale praticanti e avvocati, che lamenta una
condotta «quantomeno bizzarra» da parte del
ministero della Giustizia, in merito al sorteggio
per l’abbinamento delle commissioni che dovranno
correggere gli scritti dell’esame per diventare
avvocato.
Secondo
Maria Gualdini, vicepresidente dell’Anpa, «sembrerebbe
che al sorteggio non fosse presente nessun membro
dell’avvocatura italiana».
La
legge 180/2003 ha stabilito, infatti, che gli
scritti dell’esame forense siano corretti da una
commissione diversa da quella della sede di
appartenenza.
Vengono,
quindi, abbinati due distretti che si scambieranno
i compiti per la correzione.
La
settimana scorsa al ministero della Giustizia si
è proceduto all’estrazione per gli abbinamenti
delle sedi, ma ancora non se ne sa nulla.
Intanto
cominciano oggi le prime prove d’esame per
l’iscrizione all’Ordine degli avvocati, ma i
circa 40 mila praticanti dovranno aspettare forse
la prossima settimana prima di conoscere chi
correggerà i loro elaborati.
«Come
Anpa – continua la Gualdini– avevamo chiesto
di partecipare al sorteggio, ma non abbiamo
ricevuto alcuna risposta». La cosa che stupisce
di più, però, è la voce circa l’atipica
modalità con cui si è svolto il sorteggio,
senza, cioè, nessun rappresentante
dell’avvocatura presente.
«Vorremmo
capire come è andata – aggiunge il
vicepresidente – e su questo riuniremo il nostro
ufficio legale per valutare se ci sono i margini
per un intervento al Tar. Lo facciamo – dice
Guadini – nello spirito che anima la nostra
associazione».
L’Anpa,
infatti rappresenta i praticanti e gli avvocati
italiani con meno di sei anni di iscrizione
all’albo professionale, «non potendosi ritenere
giovani legali coloro i quali abbiano maturato
un’esperienza professionale maggiore».
Una
stoccata all’Aiga «che – continua la Gualdini
– dice di rappresentare i giovani avvocati, ma
secondo noi chi è già cassazionista non ha i
problemi propri dei praticanti e dei giovani
appena iscritti all’albo». Delle varie anime
dell’avvocatura italiana l’Anpa è,
sicuramente, quella più ‘contro’, anche se,
dice la Gualdini, «non è sempre stato così, ma
da quando hanno rifiutato la nostra partecipazione
alla Commissione Siliquini, il tono del dibattito
si è un po’ alzato».
La
linea programmatica dell’Anpa è infatti molto
controcorrente rispetto a quella propria del
Consiglio nazionale o dell’Oua: chiedono
l’abolizione delle tariffe minime e meno rigidità
dell’Ordine.
Salvatore
Montillo
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