Abbiamo ricevuto e pubblichiamo per
correttezza la seguente mail dall'On. Stefano
Zappalà Europarlamentare Italiano
http://www.zappalaonline.org/ inviata al
Presidente Nazionale.
L'Onorevole Zappalà è stato il
relatore della direttiva sul riconoscimento
delle qualifiche approvata all'unanimità l'11
Maggio u.s. da parte del Parlamento Europeo.
Anche il Consiglio ha poi dato il via libera a
questa normativa.
L'emendamento 3 alla Direttiva ha suscitato
proteste assai vibrate nei confronti del
relatore medesimo perchè a parere dei Giovani
Legali Italiani trattasi di una normativa che
impedirà ai Colleghi che vorranno utilizzare la
famosa "scorciatoia spagnola" di poterne
usufruire.
Di seguito la mail integrale dell'On. Zappalà e
più sotto la nostra replica che riecheggia le
proteste incessanti da parte di tutti i
Colleghi.
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Egregio Presidente,
ho letto con sorpresa quanto
Ella scrive a proposito della direttiva
qualifiche professionali.
Sorpresa in quanto è palese che Ella non conosce
le istituzioni europee, il loro funzionamento,
ma soprattutto non conosce la finalità della
direttiva.
Premesso che Forza Italia non c'entra nulla,
anche se io appartengo a tale forza politica, La
informo che la direttiva ha ottenuto il voto
favorevole unanime dell'intero Parlamento
Europeo, e quindi di tutte le forze politiche,
ma anche il placet sia del Consiglio che della
Commissione.La direttiva non riguarda l'accesso
alle professioni e quindi non travalica i
diritti dei singoli Stati membri, ma riguarda la
circolazione dei professionisti tra i vari Stati
membri e quindi il reciproco riconoscimento.Non
è, nè può essere la scorciatoia per evitare o
superare surrettiziamente le norme nazionali,
che sono salvaguardate da precisi principi
previsti nei trattati.
Ciascuno può pensarla come vuole, ma da persone
colte mi aspetto sempre anche critiche, purchè
fondate su presupposti di conoscenza e di
responsabilità.
Sono disponibile a partecipare ad un pubblico
dibattito, se lo vorrà e se concorderemo una
data.
Certamente non è giocando ad escludendum verso
la stampa o strumentalmente verso una forza
politica che si risolvono i problemi, anche
perchè tutte le forze politiche sono schierate
sulla mia visione della materia.
Spero che Ella pubblicherà sul Suo sito questa
mia risposta.
Cordiali saluti
On. Stefano Zappalà
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Egr. Onorevole,
a differenza di buona parte dei politici, gli
appartenenti alla classe forense sono adusi
suffragare i propri assunti con dati concreti;nè
ci risulta che la classe politica abbia tra le
proprie prerogative anche quella di dispensare
"patenti" di "competente in diritto
comunitario".
Le esporrò il ragionamento che altri pregevoli
Colleghi ci hanno rappresentato nei giorni
scorsi e che ha determinato la protesta nei Suoi
confronti.
Saranno i Colleghi a
giudicare.
L'emendamento 3 riportato è quello originale
della direttiva tranne le variabili in
motivazione recate tra parentesi che abbiamo
inserito per adattare l'emendamento al caso
abogados.
Emendamento 3
Considerando 11 bis (nuovo)
(11 bis) La presente direttiva è relativa al
riconoscimento, da parte degli Stati membri,
delle qualifiche professionali acquisite in un
altro Stato membro. Essa, tuttavia, non riguarda
il riconoscimento, da parte degli Stati membri,
di decisioni di riconoscimento adottate da altri
Stati membri in virtù della presente direttiva.
Di conseguenza, le persone in possesso di
qualifiche professionali riconosciute in virtù
della presente direttiva non possono avvalersi
di tale riconoscimento per ottenere, nel proprio
Stato membro di origine, diritti diversi da
quelli che vengono loro conferiti dalla
qualifica professionale ottenuta in quello Stato
membro.
Motivazione
Il trattato vieta ogni discriminazione basata
sulla residenza per quanto riguarda il diritto
di stabilimento e della libera prestazione di
servizi. Se un cittadino ha conseguito, in uno
Stato membro, determinate qualifiche
professionali e vuole utilizzarle per esercitare
la professione in un altro Stato membro dove
risiede, ma non è in possesso dei requisiti
richiesti per esercitare tale professione a
livello nazionale, si troverà nella posizione di
poter beneficiare della presente direttiva, a
condizione che il riconoscimento non significhi
una semplice elusione di regolamenti nazionali
più restrittivi. In altre parole, se lo Stato
membro X (Spagna) ha concesso le qualifiche
professionali Z (Abogado) sul suo territorio,
attraverso il semplice riconoscimento delle
qualifiche conferite al richiedente nello stato
membro Y (Italia -Licenciado en Derecho /
Dottore in Giur.) (qualifiche che lo Stato
membro Y (Italia) non considera sufficienti per
esercitare la professione sul proprio
territorio,) (come nel caso dell'Italia) il
suddetto richiedente non può chiedere il
riconoscimento delle qualifiche professionali Z
(Abogado / Avvocato) nello Stato membro Y
(Italia) se non può provare di aver
effettivamente migliorato la propria formazione
attraverso l'acquisizione di una ulteriore
formazione professionale e/o l'esperienza
maturata nello Stato membro X (Spagna). La
definizione di migrante è stata data dalla Corte
di giustizia nella causa
C-115/78.
A noi sembra apodittico che l'emendamento
servirà ad impedire a migliaia di Colleghi di
potersi abilitare facilmente a mezzo della
scorciatoia spagnola.Il fatto che Ella sia stato
addirittura relatore di questa direttiva (e
della quale tra l'altro ci risulti financo si
vanti) La obbliga ad assumersene politicamente
tutti gli indesiderati effetti, comprese le
proteste per email di tantissimi Colleghi che
non siederanno certo tra i banchi del Parlamento
Europeo, ma che sanno tutelare i propri
interessi.
Qualora volesse replicare ancora siamo a Sua
disposizione;La preghiamo tuttavia di lasciare
perdere gli esami di diritto comunitario che
come è evidente sono assolutamente fuori luogo,
in particolare nel caso di specie.Parimenti il
discorso afferente i Suoi consigli vari di fine
mail.
Cordiali Saluti
Gaetano Romano