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[27 maggio 2004]


LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE A.N.P.A. AVV. GAETANO ROMANO

Cari colleghi,

l'occasione è data dalle centinaia di telefonate e migliaia di mail attraverso cui ci chiedete con decisione di dare corpo ad una più incisiva protesta nei confronti della Commissione Ministeriale in tema di riforma dell'accesso alla professione forense presieduta dal Sott. Sen Avv. Maria Grazia Siliquini di Alleanza Nazionale.

Non intendo in questa sede ripercorre i diversi momenti a tutti noti che hanno scandito la sempre maggiore opposizione della categoria nei confronti del Sott. Siliquini.

Ci limitiamo a prendere atto che sia nel Decreto di istituzione della Commissione Ministeriale, sia nel successivo Decreto integrativo il gruppo di lavoro, non si è voluto trovare spazio per una rappresentanza dei praticanti avvocati che sono i diretti destinatari, loro malgrado, della riforma in materia.

Non intendiamo soffermarci oltremodo sul fatto che la Commissione "Siliquini" si compone - ad onta della asserita esigenza di “agilità” della stessa - di ben 17 membri tra esperti di varia natura, dirigenti e funzionari ministeriali, e ben tre associazioni di avvocati, oltre che il Consiglio Nazionale Forense.

Non riteniamo che si possa ragionevolmente affermare che l'aggiunta di un solo nuovo - quanto "coessenziale" - componente in rappresentanza della categoria, avrebbe reso "elefantiaca" una struttura che di per sè non può dirsi davvero "ridotta all'essenziale".

Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che i giovanissimi legali italiani sono stati confinati loro malgrado al margine del dibattito sull'accesso alla carriera forense , come se si potesse con tanta superficialità "giocare" con il loro prossimo futuro professionale.

Noi per converso riteniamo che i Colleghi avevano il diritto di far sentire la loro voce in Commissione Ministeriale da subito, e non possiamo davvero stigmatizzare la protesta quasi incontrollabile di queste ultime due settimane avverso la decisione in merito del Sott. Siliquini.

Ad un anno di distanza dal DL Castelli, la nostra nutrita categoria giustamente non accetta passivamente che una riforma assolutamente non condivisibile (che certamente si annunzia molto peggiore di quella riconducibile al Ministro Castelli)scenda d'imperio dall'alto delle istituzioni governative:condividiamo l'espressa volontà dei Colleghi di reagire con forza a questa situazione al fine di impedire la costituzione di un accesso alla professione forense a nostro parere sempre più "ad imbuto".

Tuttavia ,pur consapevoli dell' altissimo grado di "fibrillazione" dei Colleghi avverso questa situazione, che non abbiamo in verità neppure riscontrato nel caso del DL Mirone del 1997 o del DL Castelli del 2003 , Vi invitiamo a mantenere la freddezza necessaria affinchè la protesta possa essere incanalata nelle prossime iniziative che avranno comunque la massima eco possibile sui mass media nazionali.

Durante l'ultimo Consiglio Direttivo Nazionale A.N.P.A. di Roma del 20.05.2004 è stata approvata una mozione conclusiva che interpreta i sentimenti di profondo dissenso della categoria verso la parte politica che si è reso protagonista di tutto ciò.
Abbiamo addirittura visto con i nostri occhi dirigenti nazionali dell'A.N.P.A. che rinnegavano l'appartenenza già nell'immediato futuro ad Alleanza Nazionale.Molte mail e telefonate pervenuteci dai Colleghi erano proprio di praticanti che si sentivano traditi dalla politica verso la categoria da parte del Sott. Siliquini e quindi di AN.

Il massimo organo assembleare dell'A.N.P.A. ha verificato come sia da valutarsi intorno al numero di 2.000 la massa imponente di mail che in appena tre gg ha sommerso "naturalmente" la casella postale al Ministero del Sig.Sott. Siliquini, mandando letteralmente in tilt il server di Via Trastevere.

Se entro la prossima riunione della Commissione "Siliquini" non verrà emesso il Decreto Ministeriale con cui si darà voce anche ai praticanti avvocati in Commissione, daremo il via ad una serie di iniziative nazionali che dovrebbero culminare nella più grande manifestazione nazionale della storia dell'A.N.P.A. ,dal 1996 ad oggi, da tenersi simbolicamente a Torino.

Nel frattempo tantissimi Colleghi si stanno già mobilitando al fine di rappresentare la propria decisa protesta ai due indirizzi mail infocenter@alleanzanazionale.it;posta@destra.it ricopiando ed inviando il testo sottoscritto che troverete a Vostra disposizione qui in calce a questa lettera.

Vi ringrazio

Gaetano Romano
Presidente Nazionale A.N.P.A.

segue lettera....

Oggetto: "Grazie" al Sott. Siliquini ed Alleanza Nazionale

Contenuto:

I 60.000 praticanti avvocati e le loro famiglie ringraziano il Sott. Siliquini perchè:

-nella Commissione Ministeriale per la riforma dell'accesso alle professioni legali presieduta dal Sott. al Ministero Istruzione, Ricerca e Università Sen. Avv. Maria Grazia Siliquini non è presente alcun nostro esponente riconosciuto dalla categoria che ci possa tutelare (mentre sono presenti tutte le altre associazioni forensi maggiormente rappresentative)
- siamo assolutamente contrari all'intento di favorire gli specializzandi, nonchè le scuole post-universitarie di specializzazione a pagamento:non comprendiamo perchè per accedere alla professione il praticante debba pagare un' iscrizione quando per converso una nostra storica protesta si fonda sul mancato inveramento dell' art. 26 del codice deontologico forense (ovvero equo compenso per il praticante).Nessuno davvero sentiva la necessità di questo ulteriore balzello per la categoria che non solo pone nel nulla la nostra superiore richiesta, ma addirittura la tramuta nel suo esatto contrario:ovvero il praticante dovrà pagare per poter sostenere il tirocinio presso le scuole di specializzazione.
- ci opponiamo con forza all'impostazione tendente ad attribuire da subito al diploma delle scuole di specializzazione una via preferenziale all'accesso alla professione forense a danno degli attuali 60.000 praticanti avvocati che dovrebbero continuare a sostenere l'attuale "impossibile" esame voluto dal governo in carica (vedi DL Castelli).
- riteniamo si debba mantenere l'attuale sistema di pratica forense tradizionale presso gli studi legali, semmai garantendo l'equo compenso al tirocinante ed un più liberale ed europeo accesso alla professione forense.
-concordiamo con la richiesta della gran parte degli studi professionali circa l'esigenza di garantire la possibilità ai circa 150.000 avvocati italiani di poter continuare a formare , nei modi e nelle forme attuali della pratica legale tradizionale, i giovani Colleghi.
-siamo vicini idealmente alle centinaia di migliaia di Colleghi studenti universitari di giurisprudenza che dopo di noi si troveranno ad affrontare un futuro professionale "ad imbuto" basato sul censo e non sulle capacità personali
-ci chiediamo che senso abbia danneggiare proprio quelle categorie di futuri liberi professionisti che rappresentano un sicuro serbatoio elettorale per chi - almeno a parole - ha sempre auspicato libertà e meritocrazia come fondamento del progresso Materiale e Spirituale della nostra Nazione.

Noi ''ringraziamo'' ma non chiedeteci perchè il 13 Giugno siamo orientati a non votare per la parte politica che si è resa protagonista di tutto ciò, qualora non venisse data voce da subito alla nostra categoria in Commissione.