LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE A.N.P.A. AVV. GAETANO ROMANO
Cari
colleghi,
l'occasione
è data dalle centinaia di telefonate e migliaia di
mail attraverso cui ci chiedete con decisione di dare corpo
ad una più incisiva protesta nei confronti della
Commissione Ministeriale in tema di riforma dell'accesso
alla professione forense presieduta dal Sott. Sen Avv. Maria
Grazia Siliquini di Alleanza Nazionale.
Non intendo in questa sede ripercorre i diversi momenti
a tutti noti che hanno scandito la sempre maggiore opposizione
della categoria nei confronti del Sott. Siliquini.
Ci limitiamo a prendere atto che sia nel Decreto di istituzione
della Commissione Ministeriale, sia nel successivo Decreto
integrativo il gruppo di lavoro, non si è voluto
trovare spazio per una rappresentanza dei praticanti avvocati
che sono i diretti destinatari, loro malgrado, della riforma
in materia.
Non intendiamo soffermarci oltremodo sul fatto che la Commissione
"Siliquini" si compone - ad onta della asserita
esigenza di “agilità” della stessa - di ben 17 membri
tra esperti di varia natura, dirigenti e funzionari ministeriali,
e ben tre associazioni di avvocati, oltre che il Consiglio
Nazionale Forense.
Non riteniamo che si possa ragionevolmente affermare che
l'aggiunta di un solo nuovo - quanto "coessenziale"
- componente in rappresentanza della categoria, avrebbe
reso "elefantiaca" una struttura che di per sè
non può dirsi davvero "ridotta all'essenziale".
Ciò che è sotto gli occhi di tutti è
che i giovanissimi legali italiani sono stati confinati
loro malgrado al margine del dibattito sull'accesso alla
carriera forense , come se si potesse con tanta superficialità
"giocare" con il loro prossimo futuro professionale.
Noi per converso riteniamo che i Colleghi avevano il diritto
di far sentire la loro voce in Commissione Ministeriale
da subito, e non possiamo davvero stigmatizzare la protesta
quasi incontrollabile di queste ultime due settimane avverso
la decisione in merito del Sott. Siliquini.
Ad un anno di distanza dal DL Castelli, la nostra nutrita
categoria giustamente non accetta passivamente che una riforma
assolutamente non condivisibile (che certamente si annunzia
molto peggiore di quella riconducibile al Ministro Castelli)scenda
d'imperio dall'alto delle istituzioni governative:condividiamo
l'espressa volontà dei Colleghi di reagire con forza
a questa situazione al fine di impedire la costituzione
di un accesso alla professione forense a nostro parere sempre
più "ad imbuto".
Tuttavia ,pur consapevoli dell' altissimo grado di "fibrillazione"
dei Colleghi avverso questa situazione, che non abbiamo
in verità neppure riscontrato nel caso del DL Mirone
del 1997 o del DL Castelli del 2003 , Vi invitiamo a mantenere
la freddezza necessaria affinchè la protesta possa
essere incanalata nelle prossime iniziative che avranno
comunque la massima eco possibile sui mass media nazionali.
Durante l'ultimo Consiglio Direttivo Nazionale A.N.P.A.
di Roma del 20.05.2004 è stata approvata una mozione
conclusiva che interpreta i sentimenti di profondo dissenso
della categoria verso la parte politica che si è
reso protagonista di tutto ciò.
Abbiamo addirittura visto con i nostri occhi dirigenti nazionali
dell'A.N.P.A. che rinnegavano l'appartenenza già
nell'immediato futuro ad Alleanza Nazionale.Molte mail e
telefonate pervenuteci dai Colleghi erano proprio di praticanti
che si sentivano traditi dalla politica verso la categoria
da parte del Sott. Siliquini e quindi di AN.
Il massimo organo assembleare dell'A.N.P.A. ha verificato
come sia da valutarsi intorno al numero di 2.000 la massa
imponente di mail che in appena tre gg ha sommerso "naturalmente"
la casella postale al Ministero del Sig.Sott. Siliquini,
mandando letteralmente in tilt il server di Via Trastevere.
Se entro la prossima riunione della Commissione "Siliquini"
non verrà emesso il Decreto Ministeriale con cui
si darà voce anche ai praticanti avvocati in Commissione,
daremo il via ad una serie di iniziative nazionali che dovrebbero
culminare nella più grande manifestazione nazionale
della storia dell'A.N.P.A. ,dal 1996 ad oggi, da tenersi
simbolicamente a Torino.
Nel frattempo tantissimi Colleghi si stanno già mobilitando
al fine di rappresentare la propria decisa protesta ai due
indirizzi mail infocenter@alleanzanazionale.it;posta@destra.it
ricopiando ed inviando il testo sottoscritto che troverete
a Vostra disposizione qui in calce a questa lettera.
Vi ringrazio
Gaetano Romano
Presidente Nazionale A.N.P.A.
segue lettera....
Oggetto: "Grazie" al Sott.
Siliquini ed Alleanza Nazionale
Contenuto:
I 60.000 praticanti avvocati e le loro famiglie ringraziano
il Sott. Siliquini perchè:
-nella Commissione Ministeriale per la riforma dell'accesso
alle professioni legali presieduta dal Sott. al Ministero
Istruzione, Ricerca e Università Sen. Avv. Maria
Grazia Siliquini non è presente alcun nostro esponente
riconosciuto dalla categoria che ci possa tutelare (mentre
sono presenti tutte le altre associazioni forensi maggiormente
rappresentative)
- siamo assolutamente contrari all'intento di favorire gli
specializzandi, nonchè le scuole post-universitarie
di specializzazione a pagamento:non comprendiamo perchè
per accedere alla professione il praticante debba pagare
un' iscrizione quando per converso una nostra storica protesta
si fonda sul mancato inveramento dell' art. 26 del codice
deontologico forense (ovvero equo compenso per il praticante).Nessuno
davvero sentiva la necessità di questo ulteriore
balzello per la categoria che non solo pone nel nulla la
nostra superiore richiesta, ma addirittura la tramuta nel
suo esatto contrario:ovvero il praticante dovrà pagare
per poter sostenere il tirocinio presso le scuole di specializzazione.
- ci opponiamo con forza all'impostazione tendente ad attribuire
da subito al diploma delle scuole di specializzazione una
via preferenziale all'accesso alla professione forense a
danno degli attuali 60.000 praticanti avvocati che dovrebbero
continuare a sostenere l'attuale "impossibile"
esame voluto dal governo in carica (vedi DL Castelli).
- riteniamo si debba mantenere l'attuale sistema di pratica
forense tradizionale presso gli studi legali, semmai garantendo
l'equo compenso al tirocinante ed un più liberale
ed europeo accesso alla professione forense.
-concordiamo con la richiesta della gran parte degli studi
professionali circa l'esigenza di garantire la possibilità
ai circa 150.000 avvocati italiani di poter continuare a
formare , nei modi e nelle forme attuali della pratica legale
tradizionale, i giovani Colleghi.
-siamo vicini idealmente alle centinaia di migliaia di Colleghi
studenti universitari di giurisprudenza che dopo di noi
si troveranno ad affrontare un futuro professionale "ad
imbuto" basato sul censo e non sulle capacità
personali
-ci chiediamo che senso abbia danneggiare proprio quelle
categorie di futuri liberi professionisti che rappresentano
un sicuro serbatoio elettorale per chi - almeno a parole
- ha sempre auspicato libertà e meritocrazia come
fondamento del progresso Materiale e Spirituale della nostra
Nazione.
Noi ''ringraziamo'' ma non chiedeteci perchè il 13
Giugno siamo orientati a non votare per la parte politica
che si è resa protagonista di tutto ciò, qualora
non venisse data voce da subito alla nostra categoria in
Commissione.