return to home page
   

Anche gli studenti universitari mobilitati contro il Sott. Siliquini
(www.studenti.it)

 


 

Anche gli studenti universitari di giurisprudenza si mobilitano contro la riforma dell'accesso alle professioni legali da parte della Commissione Ministeriale presieduta dal Sott. al Ministero dell'Istruzione, Sen. Siliquini.

Insieme alle organizzazioni dei gruppi universitari, anche vari comitati spontanei hanno compreso la necessità di garantire un futuro professionale per gli studenti e per gli attuali praticanti avvocati che non si basi su scuole post-universitarie per la cui iscrizione saranno necessari decine di migliaia di euro..

Di questo solidale ponte intergenarazionale fanno parte anche gli avvocati italiani che vogliono continuare ad accogliere i laureati ed i praticanti avvocati presso i propri studi professionali.

Sul portale www.studenti.it cui sono iscritti circa 1.000.000 di studenti (sia in home page, sia su http://www.studenti.it/lex/dopolalaurea/specializzazione.php) sono presenti articoli in merito alla famigerata "Riforma Siliquini" contro i giovani.


I Colleghi universitari si preparano anche ad una protesta informatica senza precedenti.


articolo di Pasquale Annicchino


La commissione "Siliquini" incaricata della riforma in tema di accesso alla professione forense sembra proprio non esser gradita, per le sue proposte di riforma, all'Associazione Nazionale Praticanti ed avvocati.

La prospettiva di un biennio di specializzazione, mediante scuole post- universitarie (dovrebbero essere quelle previste dalla riforma Bassanini e quelle degli ordini forensi), non va proprio giù all'associazione che non risparmia nulla al sottosegretario di AN, accusando la commissione di aver eretto attorno a se un "muro di segretezza" come ha detto Gaetano Romano presidente dell'associazione.

Lo stesso Consiglio direttivo nazionale in una nota dal titolo "Praticanti ed avvocati contro la riforma Siliquini" sostiene che "Non è svuotando gli studi professionali, per la maggio parte della giornata, di praticanti, che si migliora il sistema attuale" ed ancora "Non crediamo esista alcuno studio legale che sia disposto ad abdicare in favore delle lezioni forensi o praticante avvocato che preferisca frequentare obbligatoriamente lezioni "formative" a pagamento piuttosto che curare il proficuo rapporto intuitu personae che da decenni lega gli avvocati con i propri giovani colleghi e quest'ultimi con i propri clienti".

E noi? Si perché sarà proprio su di noi che le decisioni della commissione avranno i loro effetti. Gli scenari ipotizzabili al momento sono: o un 3+2+2 con un totale di 7 anni (per i migliori , o più fortunati, non parliamo degli studenti lavoratori dove i tempi si dice potrebbero raggiungere i tre lustri…), soldi spesi in tasse, affitti, libri, codici (che alcuni teorici del diritto non avrebbero difficoltà a definire da "breakfast jurisprudence" ovvero che cambiano secondo le volontà mattutine del primo arrivato) e soddisfazioni poche o zero.

Il secondo scenario è quello di un corso di laurea 3+2 o 4+1 più verosimilmente, con sola possibilià di scuole di specializzazione (universitarie o forensi), con la porta del tirocinio sempre aperta per chi crede più alla "law in actions" che a quella "in book" (Ah se O.W. Holmes fosse qui ora…).

Comunque l'A.N.P.A. si mostra decisa a combattere minacciando addirittura un referendum interno all'avvocatura, come avvenne nel 1998 sul famigerato decreto Mirone, al fine di verificare se la "classe forense intende continuare a formare nei propri studi legali i praticanti a 360 gradi e per l'intero biennio e non solo part-time".

torna alla home page


premi qui per stampare