È il minimo comune denominatore
delle reazioni, il giorno dopo l'approvazione nell'Aula di
Montecitorio del decreto legge 112/2003, che riunisce associazioni
sindacali di categoria
e dei giovani aspiranti alla professione.
L'Anpa, l'associazione nazionale dei praticanti e degli avvocati,
contesta innanzitutto il metodo della decretazione d'urgenza.
"È un orrore giuridico-costituzionale - ha spiegato
il presidente Gaetano Romano - che si regge sul paradosso
della necessità e dell'improrogabilità rinviando
al 2004 le uniche modifiche sostanziali che, nelle intenzioni
del ministro Castelli, avrebbero dovuto entrare in vigore
subito".
Di fatto, la "riforma" avrà un'applicazione
differita: la sessione 2003 vede il debutto del diritto comunitario,
il ritorno ai codici commentati, l'incompatibilità
tra commissario e cariche elettive in seno a Ordini e Cassa
e la conseguente ineleggibilità degli esaminatori per
un certo periodo successivo all'ultima tornata di esami. Solo
da dicembre 2004, sarà introdotto il principio della
pratica prevalente per il rilascio del certificato e il sorteggio
della sottocommissione che correggerà gli iscritti.
Una misura che, secondo Romano, non mette al riparo dal turismo
forense "perché chi si vuole trasferire presso
sedi più "magnanime", continuerà a
farlo, anticipando il trasloco di un anno". E anzi, la
tradizionale diffidenza tra sedi del Nord e del Sud, "potrebbe
alimentare, in caso di abbinamento per sorteggio, reciproche
ripicche a danno della neutralità di giudizio".
Il decreto legge costituisce - secondo Michelina Grillo, dell'Associazione
nazionale forense - "un'occasione sprecata ma anche un
pericoloso alibi.
Se non c'erano le condizioni di agibilità politica,
perché presentare un decreto legge che lascia scoperti
esattamente tutti i nodi urgenti che aveva il compito di sciogliere?".
Per Michelina Grillo, "con la scusa di aver già
innovato l'esame c'è il rischio che si rinunci a mettere
mano, tra un anno, a una vera riforma dell'intero percorso
di formazione e di accesso alla professione".
Un appuntamento che, al contrario, per Silvano Berti, presidente
dell'Oua, è più vicino. "Proprio l'approvazione
del decreto, con tutti i suoi limiti - ha ribadito Berti -
sgombrerà il campo dall'"emergenza esame"
e permetterà di riportare il dibattito sul tema di
una moderna formazione dei futuri avvocati. Si capirà
davvero se c'è la volontà del Governo di riformare
e di investire risorse economiche, nelle scuole di specializzazione".
Per Mario Papa, presidente dei giovani avvocati dell'Aiga,
"dopo aver riconosciuto l'incompatibilità delle
cariche, la volontà del Legislatore di giungere a una
riforma complessiva dell'accesso c'è". Infine,
il Consiglio nazionale forense conferma: "non è
positivo il rinvio di ogni novità a dicembre 2004.
Ma l'importante è aver avviato un intervento riformatore,
atteso da anni e ora non più arrestabile".
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